Analisi del portafoglio di Banca Etica Sgr

Un paio di anni fa partecipammo ad una squallida kermesse organizzata dalla finanza dai denti a sciabola travestita da finanza etica, dalla quale nacque questo articolo pubblicato il 7 novembre 2013 sia sul nostro blog sia sul nostro sito partner Consulenza Finanziaria e che comprende il minisaggio (linkato all’interno) Attenti! ora la finanza speculativa si traveste di verde.Cesec-CondiVivere 2015.07.09 Io odio la finanza sostenibileOggi siamo andati a rivedere la posizione della banca nota per dichiararsi etica e che offre ai propri clienti, i quali devono essere necessariamente soci per sottoscriverli, i fondi Valori Responsabili tramite la controllata Etica Sgr, la società di gestione del risparmio del Gruppo, che secondo quanto dichiarato nel disclaimer del proprio sito web è “l’unica in Italia che colloca esclusivamente fondi comuni d’investimento etici” specificando che “i fondi sono quattro e investono in titoli di aziende e stati selezionati in base a criteri di responsabilità sociale e ambientale secondo un approccio di gestione non speculativo che guarda la creazione di valore in un orizzonte temporale sostenibile”.
Nel fondo oggetto dell’analisi precedente, agevolata dal fatto che venivano pubblicati tutti i titoli in portafoglio, osservammo un pacchetto azionario di Shell, compagnia petrolifera nota per non essere affatto etica, mentre oggi notiamo come Etica Sgr, al pari degli altri gestori, non esponga più l’intero portafoglio ma solo i primi dieci titoli.
Senza andare a fare i detective, e non è detto che non l’abbiamo fatto ma il carico da undici ci riserviamo di buttarlo sul tavolo se necessario, ci limitiamo ad esaminare per linee generali i primi dieci titoli, che indichiamo nella tabella sottostante seguiti da un numero che corrisponde alla percentuale di azioni detenute sul valore del fondo, fatto 100 il valore stesso. Questi primi dieci, messi insieme, costituiscono appena il 16% del fondo, e per ora non diciamo se ed in quale posizione abbiamo ritrovato la Shell…

Ed ecco qui la Top Ten:
Cesec-CondiVivere 2015.07.09 Fondi Etica Sgr 001Vodafone
Vodafone Group è una multinazionale con sede a Newbury, nel Regno Unito, che controlla il 100% di Vodafone italia. Su Wikipedia è possibile vedere il dettaglio delle 75 presenze a livello mondiale e le sponsorizzazioni, comprese quelle relative alla Formula Uno. È il più grande operatore al mondo per fatturato e possiede partecipazioni in aziende di engineering che si occupano dell’aspetto tecnologico: ponti radio, centraline, installazioni.
Del Gruppo fa parte Vodafone Automotive SpA con sede a Varese, fino al 31 marzo di quest’anno conosciuta come Cobra Automotive Technologies ed avente per oggetto la progettazione e produzione di apparati elettronici per la sicurezza dei veicoli e per lo sviluppo di servizi basati sulla geolocalizzazione sulla base delle tecnologie Machine to Machine.
UPS
Il colosso americano attivo nel trasporto di piccole partite: buste, pacchi, collettame affidati a padroncini proprietari dei mezzi e notoriamente sottoposti a turni massacranti, esattamente come gli addetti ai centri di smistamento ed ai rapporti telefonici con la clientela, ben pochi dei quali sono assunti con contratti che non siano a tempo determinato o a progetto.
Cisco Systems
Nasce nel 1984 a San Jose, in California, da un gruppo di ricercatori della Stanford University e in breve diventa una delle aziende leader nella fornitura di apparati di networking, focalizzandosi sulla produzione di router. Attualmente vi lavorano oltre 60.000 persone nel mondo. Poduce apparati per il funzionamento delle reti LAN, MAN, WAN e VLAN e il sistema operativo IOS che le pilota. Nell’ottica della fornitura di soluzioni complete, Cisco è entrata anche nel mercato della sicurezza, con Firewall e VPN, in quello della telefonia con IP Telephony, dell’archiviazione con SAN, Storage Area Network e del computing su piattaforma x86.
L’azienda investe molto nella formazione di professionisti competenti nelle nuove tecnologie sviluppate, tramite il database accessibile da internet con tutta la documentazione ed esempi su tutte le apparecchiature e tecnologie. Ha sviluppato inoltre un programma mondiale, chiamato Networking Academy, che permette agli studenti di imparare a progettare, realizzare e mantenere reti in grado di supportare organizzazioni nazionali e globali, tramite una piattaforma di e-learning all’avanguardia.
Diageo
Tra i consumatori un nome pressoché sconosciuto, ma è una potenza mondiale: Jonnnie Walker, J&B, Guinness, Smirnoff, Baileys e tanti altri marchi. Diageo è una impresa mondiale sul mercato degli alcolici e fa parte delle 100 aziende con la maggior capitalizzazione nella borsa di Londra. Il gruppo è nato dalla fusione nel 1997 di due imprese: la britannica GrandMet e l’irlandese Guinness Plc ed i prodotti del brand sono quelli riportati nella tabella seguente:Cesec-CondiVivere 2015.07.09 Partecipazioni DiageoTate and Lyle
Primo produttore mondiale di zucchero… parliamone! Nel 2005 creò una joint-venture con il colosso chimico Dupont e in Italia è proprietario del marchio Eridania. A Ossona e a Bergamo, dove ha la sede, vi sono due fabbriche di prodotti chimici industriali che potrebbero essere utilizzabili anche per finalità belliche.
Tesco
Gruppo di distribuzione britannico attivo a livello internazionale, il primo del paese con più di duemila punti vendita, e uno dei maggior d’Europa.
il primo punto vendita Tesco aprì nel 1929 e nel 1947 venne quotato alla  borsa di Londra. Nei decenni successivi l’azienda crebbe fino ad avere, nel 1977, una propria centrale d’acquisto. È del 1995 l’introduzione della prima carta fedeltà per i clienti di Tesco e due anni dopo, grazie ad un accordo con Esso, inizia la vendita di carburanti presso stazioni di servizio a marchio Tesco.
L’azienda è attiva anche come operatore telefonico, e, in seguito alla joint-venture con Royal Bank of Scotland, in campo finanziario.
Mitsubishi EstateCesec-CondiVivere 2015.07.09 Mitsubishi EstateLa Mitsubishi Estate Co., Ltd. è un’azienda del settore immobiliare appartenente alla Mitsubishi Corp. È maggiore azionista di alcune delle principali banche giapponesi e, oltre all’attività in campo automobilistico e nell’elettronica di consumo, è attiva in campo energetico.
Metso OyiCesec-CondiVivere 2015.07.09 MetsoOlio e gas, cellulosa e carta, miniere sono i settori di attività della multinazionale finlandese che, attraverso la controllata Teollisuuden Voima Oy è impegnata nella costruzione di un terzo reattore nucleare nel sito di Olkiluoto.
Hochtief AGCesec-CondiVivere 2015.07.09 P38Uno dei leader europei del cemento con head quarter a Essen in Germania, vale 23,23 bilioni di Euro ed è cointeressato in un fondo del Qatar – il paese con le più grandi riserve di gas al mondo – che, salito al 10% di Hochtief, in Germania è anche azionista di rilievo di Porsche e Volkswagen.
Attivo nell’edilizia ha costruito grattacieli a Francoforte, il Triumph-Palace di Mosca, gli aeroporti di Varsavia, Atene, Düsseldorf, Amburgo, Sydney, Budapest e Tirana. Nel gennaio 2011 si è strutturato in quattro divisioni: Hochtief Americas, Hochtief Asia-Pacific, Hochtief Europe e Hochtief Concessions.
Hochtief significa anche Bilfinger, interessata alla partecipazione come riferito nel 2013 dal giornale finanziario Handelsblatt. Bilfinger, impegnata in molti settori, ha rilevato il marchio Walther, che nel 1993 celebrò il centenario dalla fondazione. La produzione Walther, apprezzata in tutto il mondo, riguarda armi da fuoco per uso militare e di polizia, carabine per la caccia ed armi per il tiro sportivo.
Carrefour
È il secondo più grande gruppo al dettaglio nel mondo in termini di reddito e vendite dopo l’americana Wal-Mart ed il primo a livello europeo; in Italia è il secondo distributore nazionale. Carrefour è presente in 30 paesi, principalmente nell’Unione europea, Brasile e Argentina, oltre che in Nord Africa e Asia. Il primo supermercato Carrefour aprì nel 1959 ad Annecy in Francia, ed oggi è il punto vendita Carrefour più piccolo al mondo. Il primo punto vendita italiano viene aperto a Carugate nel 1972 grazie ad un accordo al 50% con la Standa. Carrefour è azionista di Carrefour Banca, che si occupa di credito al consumo e prestiti personali.

Bene, detto questo non ci sembra di avere altro da aggiungere, salvo rammentare che Banca Etica è partner di riferimento finanziario in quasi tutti i progetti di solidarietà, accoglienza, multiculturalità dai più grandi ai più minuscoli, compresi quelli che non stanno in piedi nemmeno per scommessa ma che costituiscono il business del terzo settore e, nei paesi sottosviluppati come il nostro, delle camarille del terzo millennio.
A proposito, noi non siamo etici: siamo vergini e santi.

Alberto C. Steiner

Sharing economy: una pericolosa “alternativa”.

A fronte di 90mila italiani che affittano per brevi periodi la propria casa evitando così di essere costretti a saltare le rate del mutuo, duemila Bed & Breakfast accetterebbero di essere pagati con un baratto senza presentare il conto agli ospiti.
E se centinaia di migliaia di persone abbattono le spese di viaggio del 75% caricando in auto passeggeri che non conoscono, sette milioni di persone nel mondo dormono gratuitamente in casa d’altri al posto di pagare un albergo. Numerosissime famiglie tedesche, invece di fare la spesa, consumano alimenti da altri ritenuti superflui,  risparmiando 400 euro mensili.Cesec-CondiVivere 2015.06.06 sharing economy pericolosa alternativa 001Ma non è finita: questi sono solo alcuni esempi della sharing economy, l’economia della condivisione che sta diventando il nuovo paradigma economico basato sullo scambio, sulla condivisione e sulla collaborazione che, secondo alcune stime, sembra valga almeno 110 miliardi di euro e sia in crescita del 25 per cento ogni anno.
È la tesi sostenuta da Gea Scancarello in Mi fido di te, libro edito da Chiarelettere che si definisce un viaggio nelle opportunità create dai nuovi network che offrono servizi legati all’economia collaborativa. Il tutto raccontato direttamente da chi ha provato house sharing, carpooling, social eating, foodsaving e via condividendo.
Concordo sul fatto che, nel pieno della crisi che attanaglia sistemi produttivi e consumatori, l’economia dello scambio contribuisca a ripensare il capitalismo in una logica redistributiva, nella quale i costi si trasformano in risorse e le persone possono riappropriarsi di occasioni economiche e sociali.
Ma, a parte il fatto che sarebbe stato bello leggere questo libro in italiano invece che infarcito di inutili anglicismi, in tutto devono esserci dei limiti. Primi fra tutti la propria integrità, ovvero il proprio Spazio Sacro, e la consapevolezza che non tutto ciò che viene contrabbandato come alternativo è oro che luccica. Mi spiego: questo modello ci porta a diventare accattoni credendo di essere fuori dal coro, ci fa smarrire il senso del lavoro e della sua dignità, non ci fa alzare la mattina determinati a costruire perché qualcosa comunque accadrà.
Ovvero: non preoccupiamoci se il nostro diritto al lavoro verra’ gradualmente smantellato, del resto il lavoro è pena, costrizione e sfruttamento e, mettendo insieme un po’ di reddito di cittadinanza e un po’ di elemosina barattata in giro, dovremmo riuscire a sfangare la fine del mese.
E poi io, scusate, ma non mi fido di uno che non solo non so come guida, non so se e come sia assicurato e non so infine se nel portabagagli trasporti un quintale di fumo.
E se i gestori di B&B vogliono svilire la loro professionalità regalando il soggiorno in cambio… in cambio di che? Dormo due notti e gli ridipingo le pareti? Ma figuriamoci, loro dimostrano di non valorizzare adeguatamente la risorsa imprenditoriale sulla quale hanno investito, e io in compenso so di non valere nulla come imbianchino.
Trovo che questo libro, al di là delle buone intenzioni, sia un inno al pressapochismo ed alla mancanza di professionalità ma, se decidiamo di vivere in una comune o in una setta di matrice orientaleggiante dove la condivisione è totale abbiamo fatto bingo. Peccato che gli hippies siano morti di vecchiaia e di stenti, tranne i più furbi che son diventati guru, e siano rimasti solo gli straccioni con la presunzione di insegnare agli altri come essere alternativi.
Oltretutto seguendo il percorso indicato nel libro si fa il gioco del potere più bieco, quello che oggi non è più neppure capitalista ma iperfinanziario, che vuole una massa di beoti non pensanti, amorfi, privi di iniziativa e massificati in ogni senso verso il basso come i negri (sissignori, ho scritto negri: consultare il Devoto-Oli) ridotti a vivere in attesa degli aiuti umanitari. L’iniziativa, signori, non consiste nello svegliarsi la mattina per andare a cercare la carità mascherata da new economy. Da delettare, libro e modello.

Lorenzo Pozzi