Ancora sinistre luci su una coop: sequestrati impianti fotovoltaici per 16 milioni.

Quando nel 1976 avvenne il famoso sorpasso del PCI, ottenuto in particolare grazie ai voti dell’elettorato siciliano, Montanelli scrisse su Il Giornale un vero e proprio aforisma, che non ho dimenticato. Attribuendo la dichiarazione ad un anziano boss mafioso isolano, del quale ho dimenticato il nome forse proprio perché inesistente, virgolettò: “Con i calabresi non abbiamo niente da spartire perché sono dei selvaggi, ma meglio loro dei camorristi. I napoletani non sono gente seria, affiliano persino i vigili urbani.”CC 2015.10.12 Coopcoopcoop 001Trascorso un quarantennio non posso che verificare quanto le parole di Montanelli fossero profetiche: la criminalità organizzata, sempre più disorganizzata perché tanto la qualità non serve (non ci sono più i mafiosi di una volta…) assolda avvocaticchi e politici di seconda fila, pseudoimprenditori e puttanazze, traffichini pezzenti.
Insomma, l’italico trinomio pizza-mandolino-mafia è andato a farsi fottere: nella pizza nessuno batte più gli egiziani, il mandolino non lo suonano più nemmeno nei matrimoni di paese e, quanto alla mafia, con la concorrenza russa e cinese, siamo alla canna del gas.
Giusto a proposito di gas: la cooperativa Concordia, nome evidentemente infausto, già inquisita per il metanodotto di Ischia in collusione con la Camorra (no, che cazzo, camorra maiuscolo…. un minimo di decenza, che diamine!) è di nuovo nei guai.
Questa volta per il fotovoltaico, come riferiscono diversi quotidiani ed in particolare Il Fatto Quotidiano del 2 ottobre: “Cpl Concordia, nuova inchiesta su coop rossa: Fotovoltaico, truffa da 16 milioni”.CC 2015.10.12 Coopcoopcoop 002E così una nuova inchiesta colpisce Cpl Concordia, la coop rossa accusata di rapporti con la camorra casalese. La Guardia di Finanza ha sequestrato impianti fotovoltaici e conti correnti per 16 milioni di euro a progettisti e rappresentanti di società operanti nel fotovoltaico in Puglia. Secondo gli inquirenti, gli impianti sono intestati a soggetti diversi, ma sono in realtà riconducibili a Cpl Concordia. Sono 14 gli avvisi di garanzia emessi dal Gip di Modena – l’azienda ha sede a Concordia sulla Secchia – su richiesta della procura.
E così facciamo onore anche alle tradizioni: una leggenda modenese vuole che la secchia fosse stata rapita. Ora possiamo immaginare cosa contenesse.
Gli avvisi di garanzia sono stati notificati dai finanzieri della compagnia di Monopoli – e poi qualcuno sostiene che in nomen omen non significhi niente… – per i reati di associazione a delinquere, falso ideologico in atto pubblico e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Le indagini hanno indicato un’anomala concentrazione di impianti fotovoltaici in alcune aree dei Comuni di Turi e Noci, in provincia di Bari. Impianti che, secondo l’accusa, benché suddivisi e formalmente riconducibili a soggetti economici diversi, erano di fatto riferibili ad un unico centro di interessi economici, vale a dire la Cpl.
Secondo gli inquirenti, tre parchi fotovoltaici di grandi dimensioni erano stati solo formalmente frazionati in più impianti di piccola potenza, con l’obiettivo di aggirare la complessa procedura prevista per il rilascio della autorizzazione unica regionale (Aur, anzi: Ahuuuurr!). L’operazione, oltre a semplificare le procedure autorizzative, assicurava un indebito vantaggio legato al conto energia, il meccanismo che premia con tariffe incentivanti l’energia prodotta dagli impianti fotovoltaici per un periodo di 20 anni. I pagamenti indebiti erogati dallo Stato alle 10 società sono stati quantificati in 16 milioni di euro, il valore dei beni sequestrati.CC 2015.10.12 Coopcoopcoop 003Piccolo inciso: in quel tempo i vantaggi erano conseguibili a partire da una potenza nominale – si badi bene nominale – di 1MW, ridotta ai nazionalpopolari 250 kW quando gli incentivi erano finiti.
Naturalmente il consiglio d’amministrazione di Cpl ha deciso di sospendere, in via cautelativa e con effetto immediato, i dipendenti coinvolti dall’indagine. Della serie: stai a casa, non rompere le palle che tanto il posto non te lo tocca nessuno, questi sono diecimila euro per le piccole spese e stai tranquillo per l’avvocato.
Ho conosciuto un tranquillo, quando frequentavo San Vittore: gli avevano dato trent’anni.
Ovviamente Cpl Concordia, nel mentre conferiva mandato ad un collegio di difesa, ha ribadito il massimo rispetto e la piena fiducia nell’attività della magistratura modenese.
E fin qui la notizia. Se qualcuno aveva dubbi sulle truffe del fotovoltaico è bene che scenda dal pero: non è la fonte di energia più antieconomica che c’è, ma lo è diventata perché nessuno la installerebbe senza i contributi statali, e i contributi vengono spartiti tra erogatori e fruitori. Non ci sono controlli, il costo delle componenti viene ricaricato del 1000 per cento. Ops, volevo scrivere dieci ma sono scappati due zeri…
E, è matematico in itaGlia: dove ci sono incentivi c’è puzza di bruciato.
Comunque non fasciamoci la testa prima del tempo: si tratta sicuramente di una mela marcia in un paniere altrimenti rigoglioso e virtuoso.
Ah già, preso dalla favola bella che un giorno li illuse stavo dimenticando un dettaglio: l’avevo detto io, a un noto istituto di credito emiliano, che quei terreni che venivano valutati quasi come residenziali di pregio, non valevano in realtà un legume. Per la precisione una fava.
Fine della pièce teatrale, credits a Giuseppe Tomasi di Lampedusa.

Alberto C. Steiner

Aumenta tutto in Italia, ma nulla batte le sofferenze bancarie.

Stanno crescendo a ritmi superiori al 20%: sono le sofferenze delle banche italiane, passate in pochi anni da 40 miliardi a 200.
Una montagna di crediti con scarsa probabilità di recupero integrale, diventata l’oggetto del desiderio di investitori esteri specializzati nei cosiddetti NPL, Non Performing Loans, che se ne stanno in agguato a pelo di melma come i coccodrilli, pronti a balzare sulla preda: osservano immobili e silenziosi, valutano sapendo che le banche italiane prima o poi dovranno disfarsene per ripulire i bilanci.CC 2015.10.12 Sofferenze 002I fondi esteri stanno solo aspettando che le valutazioni tra chi compra e chi vende si avvicinino, perché sino ad oggi la distanza eccessiva tra i valori netti scritti dalle banche (dedotto quel 40-55% di rettifiche) e i prezzi offerti dal mercato era troppo ampia.
Se fossero stati applicati i prezzi di mercato le banche avrebbero subito eccessive minusvalenze nei bilanci. E questa, solo questa, è quasi certamente la vera ragione che ha impedito la volontà comune di creare una bad bank italiana, sulle orme di altre estere: non potevano sopportare altre perdite, alcune avrebbero perso troppo capitale. E proprio l’ipotesi di una bad bank, tornata di moda recentemente per le aspettative sull’esito degli stress test, è lo spauracchio degli acquirenti di NPL, che si vedrebbero sottrarre di colpo il ghiotto pasto al quale si stanno preparando da tempo.
Perché il mercato delle sofferenze è così attraente per gli investitori? Prima di tutto perché è gigantesco, poi perché questo potrebbe essere il momento migliore per comprare, prima che la ripresa cominci e che risalgano le percentuali di recupero dai debitori, oggi alquanto modeste.
Perciò non stupitevi di leggere che Fortress abbia dichiarato recentemente di volere fare grandi investimenti in Italia, che lo specialista dell’immobiliare REAG abbia annunciato l’entrata nel mercato NPL, o che il fondo Tages con Fonspa stia facendo di tutto e di più pur di mettere le mani sui 3-4 miliardi di sofferenze esplose nel bilancio di Banca Marche. Poi c’è anche Saviotti: attende di rimettere sul mercato Release, la società che contiene tutti i disastri di Italease e Unicredit. Ma la lista è molto più lunga e i valori in gioco importanti.
La corsa alle sofferenze italiane era già stata segnalata nel 2013 dagli specialisti, e nello scorso luglio da un articolo di Bloomberg Business Week. Le operazioni stanno cominciando, probabilmente a partire da portafogli selezionati con maggiori garanzie e più elevata probabilità di recupero.
Intanto la fabbrica delle sofferenze produce a pieno ritmo, continuando a sfornarne ogni mese. Che sia colpa degli imprenditori poco abili o delle banche che li hanno fatti indebitare e poi non hanno saputo frenare il tracollo poco importa. La situazione del sistema bancario italiano è spaventosa, anche a confronto con il resto d’Europa e alcune banche si segnalano per una posizione estremamente vulnerabile.
Tutte le banche italiane, ad eccezione del virtuoso Credem hanno capitalizzazioni di borsa inferiori al valore contabile di libro, e la pattuglia tricolore – in questo caso veramente acrobatica – si segnala per valore molto elevati di crediti deteriorati sul patrimonio tangibile a fine 2013. In evidenza, da anni, la gravissima posizione di Montepaschi.
Ma di sofferenze sono imbottite anche le banche di seconda fila, con enormi differenze tra banche pluri-regionali come l’eccellente Credem e come Banca Marche. Carige e Banca Etruria notoriamente in difficoltà, insieme con Popolare Vicenza e Veneto Banca. E persino i piccoli Crediti Cooperativi su base locale piangono, alcuni fiumi di lacrime.
Perciò i fondi aspettano soddisfazioni anche in provincia, visitando e rivisitando i contenziosi delle banche e facendo offerte che non avranno mai pubblicità né sui prezzi preventivati né su quelli concordati. Forse la combinazione di un’altra tornata di alte rettifiche e la fine della recessione potrà aiutare a fare esplodere sul serio e una volta per tutte questo anomalo, triste e tristo mercato.
E noi, in questa bufera, dove siamo? Noi, con il nostro piccolo legno, abbiamo ammainato e disalberato, barra libera quanto basta e andiamo dove ci portano i marosi: scopriremo sicuramente Fuochi di Sant’Elmo e mari in amore, coste arroccate e spiagge sommerse.CC 2015.10.12 Sofferenze 003Accosteremo sfilando giganti e carrette del mare, spesso vere navi fantasma. Abbiamo acqua e viveri, brandy e sigarette, qualche gioco per trascorrere in Quadrato il tempo libero dai turni.
Nel frattempo stiamo portando avanti una complessa valutazione di cespiti immobiliari agricoli, da anni privi di mercato. Li accorperemo ad un fondo, di dimensioni assolutamente minuscole se parametrato ai colossi e che non prevede la rinegoziazione prima che sia trascorso almeno un triennio. Ma prevede una progettualità all’insegna della realizzazione di complessi abitativi coresidenziali, ecovillaggi ed aziende agricole d’eccellenza, stutture destinate ad accogliere attività a sfondo sociale.
Per ora è tutto. Quando sarà il momento ne riparleremo.

Alberto C. Steiner

Analisi del portafoglio di Banca Etica Sgr

Un paio di anni fa partecipammo ad una squallida kermesse organizzata dalla finanza dai denti a sciabola travestita da finanza etica, dalla quale nacque questo articolo pubblicato il 7 novembre 2013 sia sul nostro blog sia sul nostro sito partner Consulenza Finanziaria e che comprende il minisaggio (linkato all’interno) Attenti! ora la finanza speculativa si traveste di verde.Cesec-CondiVivere 2015.07.09 Io odio la finanza sostenibileOggi siamo andati a rivedere la posizione della banca nota per dichiararsi etica e che offre ai propri clienti, i quali devono essere necessariamente soci per sottoscriverli, i fondi Valori Responsabili tramite la controllata Etica Sgr, la società di gestione del risparmio del Gruppo, che secondo quanto dichiarato nel disclaimer del proprio sito web è “l’unica in Italia che colloca esclusivamente fondi comuni d’investimento etici” specificando che “i fondi sono quattro e investono in titoli di aziende e stati selezionati in base a criteri di responsabilità sociale e ambientale secondo un approccio di gestione non speculativo che guarda la creazione di valore in un orizzonte temporale sostenibile”.
Nel fondo oggetto dell’analisi precedente, agevolata dal fatto che venivano pubblicati tutti i titoli in portafoglio, osservammo un pacchetto azionario di Shell, compagnia petrolifera nota per non essere affatto etica, mentre oggi notiamo come Etica Sgr, al pari degli altri gestori, non esponga più l’intero portafoglio ma solo i primi dieci titoli.
Senza andare a fare i detective, e non è detto che non l’abbiamo fatto ma il carico da undici ci riserviamo di buttarlo sul tavolo se necessario, ci limitiamo ad esaminare per linee generali i primi dieci titoli, che indichiamo nella tabella sottostante seguiti da un numero che corrisponde alla percentuale di azioni detenute sul valore del fondo, fatto 100 il valore stesso. Questi primi dieci, messi insieme, costituiscono appena il 16% del fondo, e per ora non diciamo se ed in quale posizione abbiamo ritrovato la Shell…

Ed ecco qui la Top Ten:
Cesec-CondiVivere 2015.07.09 Fondi Etica Sgr 001Vodafone
Vodafone Group è una multinazionale con sede a Newbury, nel Regno Unito, che controlla il 100% di Vodafone italia. Su Wikipedia è possibile vedere il dettaglio delle 75 presenze a livello mondiale e le sponsorizzazioni, comprese quelle relative alla Formula Uno. È il più grande operatore al mondo per fatturato e possiede partecipazioni in aziende di engineering che si occupano dell’aspetto tecnologico: ponti radio, centraline, installazioni.
Del Gruppo fa parte Vodafone Automotive SpA con sede a Varese, fino al 31 marzo di quest’anno conosciuta come Cobra Automotive Technologies ed avente per oggetto la progettazione e produzione di apparati elettronici per la sicurezza dei veicoli e per lo sviluppo di servizi basati sulla geolocalizzazione sulla base delle tecnologie Machine to Machine.
UPS
Il colosso americano attivo nel trasporto di piccole partite: buste, pacchi, collettame affidati a padroncini proprietari dei mezzi e notoriamente sottoposti a turni massacranti, esattamente come gli addetti ai centri di smistamento ed ai rapporti telefonici con la clientela, ben pochi dei quali sono assunti con contratti che non siano a tempo determinato o a progetto.
Cisco Systems
Nasce nel 1984 a San Jose, in California, da un gruppo di ricercatori della Stanford University e in breve diventa una delle aziende leader nella fornitura di apparati di networking, focalizzandosi sulla produzione di router. Attualmente vi lavorano oltre 60.000 persone nel mondo. Poduce apparati per il funzionamento delle reti LAN, MAN, WAN e VLAN e il sistema operativo IOS che le pilota. Nell’ottica della fornitura di soluzioni complete, Cisco è entrata anche nel mercato della sicurezza, con Firewall e VPN, in quello della telefonia con IP Telephony, dell’archiviazione con SAN, Storage Area Network e del computing su piattaforma x86.
L’azienda investe molto nella formazione di professionisti competenti nelle nuove tecnologie sviluppate, tramite il database accessibile da internet con tutta la documentazione ed esempi su tutte le apparecchiature e tecnologie. Ha sviluppato inoltre un programma mondiale, chiamato Networking Academy, che permette agli studenti di imparare a progettare, realizzare e mantenere reti in grado di supportare organizzazioni nazionali e globali, tramite una piattaforma di e-learning all’avanguardia.
Diageo
Tra i consumatori un nome pressoché sconosciuto, ma è una potenza mondiale: Jonnnie Walker, J&B, Guinness, Smirnoff, Baileys e tanti altri marchi. Diageo è una impresa mondiale sul mercato degli alcolici e fa parte delle 100 aziende con la maggior capitalizzazione nella borsa di Londra. Il gruppo è nato dalla fusione nel 1997 di due imprese: la britannica GrandMet e l’irlandese Guinness Plc ed i prodotti del brand sono quelli riportati nella tabella seguente:Cesec-CondiVivere 2015.07.09 Partecipazioni DiageoTate and Lyle
Primo produttore mondiale di zucchero… parliamone! Nel 2005 creò una joint-venture con il colosso chimico Dupont e in Italia è proprietario del marchio Eridania. A Ossona e a Bergamo, dove ha la sede, vi sono due fabbriche di prodotti chimici industriali che potrebbero essere utilizzabili anche per finalità belliche.
Tesco
Gruppo di distribuzione britannico attivo a livello internazionale, il primo del paese con più di duemila punti vendita, e uno dei maggior d’Europa.
il primo punto vendita Tesco aprì nel 1929 e nel 1947 venne quotato alla  borsa di Londra. Nei decenni successivi l’azienda crebbe fino ad avere, nel 1977, una propria centrale d’acquisto. È del 1995 l’introduzione della prima carta fedeltà per i clienti di Tesco e due anni dopo, grazie ad un accordo con Esso, inizia la vendita di carburanti presso stazioni di servizio a marchio Tesco.
L’azienda è attiva anche come operatore telefonico, e, in seguito alla joint-venture con Royal Bank of Scotland, in campo finanziario.
Mitsubishi EstateCesec-CondiVivere 2015.07.09 Mitsubishi EstateLa Mitsubishi Estate Co., Ltd. è un’azienda del settore immobiliare appartenente alla Mitsubishi Corp. È maggiore azionista di alcune delle principali banche giapponesi e, oltre all’attività in campo automobilistico e nell’elettronica di consumo, è attiva in campo energetico.
Metso OyiCesec-CondiVivere 2015.07.09 MetsoOlio e gas, cellulosa e carta, miniere sono i settori di attività della multinazionale finlandese che, attraverso la controllata Teollisuuden Voima Oy è impegnata nella costruzione di un terzo reattore nucleare nel sito di Olkiluoto.
Hochtief AGCesec-CondiVivere 2015.07.09 P38Uno dei leader europei del cemento con head quarter a Essen in Germania, vale 23,23 bilioni di Euro ed è cointeressato in un fondo del Qatar – il paese con le più grandi riserve di gas al mondo – che, salito al 10% di Hochtief, in Germania è anche azionista di rilievo di Porsche e Volkswagen.
Attivo nell’edilizia ha costruito grattacieli a Francoforte, il Triumph-Palace di Mosca, gli aeroporti di Varsavia, Atene, Düsseldorf, Amburgo, Sydney, Budapest e Tirana. Nel gennaio 2011 si è strutturato in quattro divisioni: Hochtief Americas, Hochtief Asia-Pacific, Hochtief Europe e Hochtief Concessions.
Hochtief significa anche Bilfinger, interessata alla partecipazione come riferito nel 2013 dal giornale finanziario Handelsblatt. Bilfinger, impegnata in molti settori, ha rilevato il marchio Walther, che nel 1993 celebrò il centenario dalla fondazione. La produzione Walther, apprezzata in tutto il mondo, riguarda armi da fuoco per uso militare e di polizia, carabine per la caccia ed armi per il tiro sportivo.
Carrefour
È il secondo più grande gruppo al dettaglio nel mondo in termini di reddito e vendite dopo l’americana Wal-Mart ed il primo a livello europeo; in Italia è il secondo distributore nazionale. Carrefour è presente in 30 paesi, principalmente nell’Unione europea, Brasile e Argentina, oltre che in Nord Africa e Asia. Il primo supermercato Carrefour aprì nel 1959 ad Annecy in Francia, ed oggi è il punto vendita Carrefour più piccolo al mondo. Il primo punto vendita italiano viene aperto a Carugate nel 1972 grazie ad un accordo al 50% con la Standa. Carrefour è azionista di Carrefour Banca, che si occupa di credito al consumo e prestiti personali.

Bene, detto questo non ci sembra di avere altro da aggiungere, salvo rammentare che Banca Etica è partner di riferimento finanziario in quasi tutti i progetti di solidarietà, accoglienza, multiculturalità dai più grandi ai più minuscoli, compresi quelli che non stanno in piedi nemmeno per scommessa ma che costituiscono il business del terzo settore e, nei paesi sottosviluppati come il nostro, delle camarille del terzo millennio.
A proposito, noi non siamo etici: siamo vergini e santi.

Alberto C. Steiner

Campo di Brenzone: e adesso, pover’uomo?

Venimmo ricevuti con estrema gentilezza, ma non cavammo un ragno dal buco. Formulammo una proposta di recupero che valorizzasse il borgo, le sue caratteristiche, gli uliveti ed il patrimonio contadino ed artigianale: fummo ignorati.
Chiedemmo nel nostro modo finto-ingenuo come mai le cose non si sbloccassero: fummo derisi.Cesec-CondiVivere 2015.04.02 Campo di Brenzone 001Oggi leggiamo sul quotidiano veronese L’Arena che il Comune di Brenzone pretende che la Fondazione restituisca il borgo abbandonato di Campo, un gioiello risalente all’XI Secolo arroccato sulle pendici del Garda (La Fondazione deve restituire Campo al Comune).
750mila euro che non si sa che fine abbiano fatto, il presidente della fondazione che da tempo deve rendere conto di come siano stati spesi denari pubblici, ma soprattutto una cartella esattoriale di 883mila euro in arrivo per incongruenze e negligenze amministrative e fiscali.
Se non succede qualcosa il conto graverà sui cittadini di Brenzone. Ed è possibile che il borgo vada all’asta, pena la bancarotta.
E addio polentate, presepi e rievocazioni gratis et amore dei organizzate dal gruppo che a chiacchiere afferma di voler recuperare il borgo…
Questi gli articoli che abbiamo scritto su questo blog:
3 ottobre 2014 – Campo di Brenzone: una perla abbandonata sul Garda
31 gennaio 2014 – Campo: una petizione per salvare le antiche mulattiere
21 novembre 2013 – Campo di Brenzone: le nostre idee per il suo recupero
21 novembre 2013: Campo di Brenzone: una gemma il cui recupero non parte mai
Ok, noi siamo qui. E questa volta proprio come avvoltoi: aspettiamo che la carogna si decomponga prima di saltarle addosso. E per il quantum ne parliamo a saldo e stralcio.

Alberto C. Steiner

Gli ulivi? Li abbiamo finiti…

Xylella: non è un trans anche se qualcuno si è inventato che sarebbe giunto dal Brasile, ma un batterio. Letale per gli ulivi.
Creato in laboratorio, prediligerebbe gli ulivi salentini. e non si sa bene per quale ragione sarebbe stato creato dalla solita demoniaca Monsanto. Non entro nel merito della questione, chi desidera approfondire può trovare notizie su butac, uno dei siti che sputtanano le bufale.Cesec-CondiVivere 2015.03.27 Ulivi eolico 002Grazie ad una segnalazione voglio invece raccontare la storia di un cittadino qualunque, proprietario di ulivi che la Forestale ha deciso che devono essere abbattuti. Perché lo chiede l’Europa, è ovvio.
Secondo me si dovrebbe procedere ad un nuovo ratto di Europa, tenendola segregata in qualche buco sulla Sila, in Aspromonte o da qualche parte in Sardegna, ma questo è un altro discorso, della serie chi vuol esser servo sia….
No, quello che mi preme è raccontare la storia di un signore qualsiasi, casualmente avvocato, che impugnando la penna sta facendo valere le proprie ragioni di Uomo e di cittadino. Si vabbè, cittadino itaGliano, però sta pur sempre dimostrando di avere gli attributi.
Non sto a riferirla, mi limito a riportare il link dal quale si evince la vicenda: lostrillonenews.
Aggiungo solo una considerazione finale, e qualcuno potrà anche darmi del complottaro, ma assicuro di non esserlo: le regioni del Sud, Puglia in testa, sono fra le più appetite per l’impianto di quella discutibile forma di approvvigionamento energetico che va sotto il nome di eolico. Ne ho parlato più volte su queste pagine, l’ultima l’8 gennaio scorso nell’articolo Reventino: la gente dice no all’eolico.Cesec-CondiVivere 2015.03.27 Ulivi eolico 001Oltre a devastare irrimediabilmente il paesaggio, a mutare le condizioni climatiche, a provocare una impressionante moria di volatili, il suo rapporto costi/benefici è esiziale.
Ma ai parchi eolici è estremamente interessata la mafia. Lo provano le numerose denunce ed i non pochi procedimenti penali in corso. Per averne cognizione è sufficiente visitare il sito Via dal Vento.

Alberto C. Steiner

Vado a vivere da solo

Per molte persone le vacanze, ed in particolare quelle natalizie, costituiscono una tortura fatta di stucchevoli volemose bene, cene con perfetti sconosciuti che però affermano di essere parenti o, peggio, di convivenza forzata con un partner ormai ritenuto insopportabile.
A chi, vissute tali esperienze come una forma di annichilimento e maturato l’intento di andare a stare in solitudine, per sempre o per un po’, viene in aiuto il sito Ouest-France, emanazione di L’Edition du Soir, proponendo Ces lieux parfaits pour jouer à l’ermite, vale a dire quelli che ritiene siano i nove luoghi perfetti per isolarsi completamente dal mondo in strutture decisamente originali: le case in cui la felicità è sinonimo di calma, contemplazione silenziosa e solitudine degna di un asceta. Per giocare agli eremiti, appunto.
Ne ho scelti quattro che mi sembrano quelli più d’atmosfera.Cesec-CondiviVere 2015.01.07 Vado a vivere da solo 001Il primo si trova a Katshi, in Georgia, in pieno Caucaso: un luogo davvero ascetico dove una piccola chiesa del nono secolo domina un alto monolite calcareo, e dove vive un monaco solitario, disposto a ospitare nelle tre celle i novelli asceti.Cesec-CondiVivere 2015.01.07 Vado a vivere da solo 002Il secondo luogo si trova in Grecia, a Meteora: dei ventiquattro monasteri ortodossi che dal 1545 si ergono sui monti di Meteora solo sei sono ancora abitati. Gli altri sono disponibili, se non si soffre di vertigini…Cesec-CondiVivere 2015.01.07 Vado a vivere da solo 003E passiamo al terzo suggerimento: il rifugio svizzero di Solvay, gestito dal club alpino elvetico e che si trova a 4.000 metri d’altezza su un precipizio a nord-est del Cervino. Dieci letti ma niente acqua e niente riscaldamento.Cesec-CondiVivere 2015.01.07 Vado a vivere da solo 004L’ultimo tra quelli da me scelti si trova in Italia a cavallo delle regioni Lazio, Abruzzo e Molise. Che questa collocazione indefinita sia un segno, per non smentire i nostri itaGlici caratteri genetici che ci fanno tendere ad essere un po’ di qua, un po’ di là, ma se conviene anche quaelà, làequa e pure quaqquaraqquà? Chissà… In ogni caso si tratta dell’Eremo di San Michele, nei Monti della Meta, piccola catena montuosa con picchi di 2.000 metri.

ACS

Per chi volesse valutare anche le altre cinque opportunità trascrivo il link al sito francese: http://kiosque.leditiondusoir.fr/data/397/reader/reader.html#preferred/1/package/397/pub/398/page/15

Acqua nascosta: il vero spreco è lì

Dello spreco idrico abbiamo parlato in diverse occasioni. Naturalmente l’acqua, in senso stretto, non viene sprecata poiché il suo percorso è immutabile. Parlando di spreco intendiamo perciò indicare quel quantitativo di risorse idriche dissipato in attività non strettamente necessarie alla vita umana, ovvero che abbisogna di costosi sistemi di depurazione per ritornare ad essere utilizzabile per l’alimentazione umana, per l’agricoltura e per qualsiasi altra attività.KL Cesec 2014.04.07 Acqua nascosta 001Ciò premesso, il quantitativo di OroBlu consumato quotidianamente pro-capite, specialmente nel nostro mondo che ancora non riesce ad affrancarsi  da criteri di benessere e spreco, e non tanto necessario per lavarsi, bere o cucinare, ma necessario per portare in tavola cibo ed oggetti di uso quotidiano e definito come “acqua nascosta“, è enorme.
Si dice che un’immagine valga più di mille parole, ed infatti abbiamo scovato un video, interessante proprio perché elementare nelle sue modalità esplicative, nel quale l’information designer Angela Morelli spiega cosa significhi acqua nascosta e fornisce alcuni consigli per ridurre gli sprechi.
Per parte nostra, e senza nulla voler togliere alla validità didattica del video, riteniamo che il consumo di risorse idriche per la produzione di carne alimentare sia senza dubbio da considerare come una delle maggiori fonti di dissipazione. Ma non è né la sola né la principale: abbigliamento, manufatti, pigmenti e tutta una serie di oggetti di uso comune comportano uno spreco ben maggiore e, spesso, altrettanto inutile.KL Cesec CV 2014.04.07 Acqua nascosta 002La questione è ben altra. Piaccia o meno è una questione di numeri: dalla fine della Seconda Guerra Mondiale ad oggi gli abitanti della Terra sono passati da tre a sette miliardi. La soluzione, pertanto, oltre che nel rimuovere le cause di spreco mediante azioni mirate, risiede nella consapevolezza che, in base alle risorse disponibili, non possiamo continuare a moltiplicarci come conigli. Persino alcuni paesi islamici hanno compreso questo concetto ed hanno attuato programmi di educazione al controllo demografico.

Malleus

Il filmato è visibile all’indirizzo: http://www.youtube.com/watch?v=KqIQkO-66tA

A Portico di Romagna l’assemblea nazionale degli Alberghi Diffusi

Portico di Romagna, è un incantevole borgo situato alle pendici dell’ Appennino Tosco-Romagnolo nel comprensorio delle Foreste Casentinesi che conosciamo bene. Ieri, nell’ottocentesca cantina dell’albergo diffuso Al Vecchio Convento trasformata in sala conferenze, si è svolta la tredicesima assemblea nazionale dell’Associazione Alberghi Diffusi, che raggruppa oggi 81 realtà sparse sul territorio nazionale.
Lasciamo alle parole del presidente Giancarlo Dall’Ara la migliore e più realistica istantanea di una realtà dinamica ed in crescita nel rispetto del territorio e delle sue specificità: ”Difficile sintetizzare in poche righe i risultati della nostra Assemblea Nazionale.
Dovrei dire che anche questa assemblea si è svolta in uno spirito di collaborazione che non sempre vedo altrove. Che gli alberghi diffusi crescono sia numericamente che qualitativamente. Che c’è molta voglia di fare rete, di imparare gli uni dagli altri. Che sono molte le realtà gestite da giovani, o interamente al femminile. Che c’è molta passione nei discorsi e nei progetti.
Che sono molti i progetti innovativi in cantiere, e i casi di eccellenza. E anche che è alto l’interesse che abbiamo registrato verso di noi da parte del Trade.
Abbiamo cercato tutti assieme di rafforzare il nostro movimento, i legami con altre realtà che credono nello sviluppo turistico dei borghi, che credono nella sostenibilità e nella centralità della persona nel mondo dell’ospitalità.
Personalmente sono contento del livello di eccellenza registrato sul web in termini di reputazione collegata al nostro modello. Sono contento dei risultati sinora raggiunti anche in termini di visibilità.
Diciannove Regioni hanno una norma, ripresa più o meno bene dal nostro modello.
Gli alberghi presenti venivano dalla Sicilia, dalla Sardegna, dalla Calabria, dalla Campania e dal Molise….e, da nord, da Piemonte, Lombardia e Liguria. Insomma abbiamo fatto parecchia strada, e immagino che presto saremo un centinaio.”
Nell’occasione è stato presentato, e degustato, un vino speciale, dedicato agli Alberghi Diffusi. Si chiama Memoriae.

Alberto Cazzoli Steiner

Minicasa ecologica low-cost: esiste, è in legno

Ci hanno chiesto di esprimere un parere relativamente ad un oggetto, definito microcasa ecologica ed ergonomica, progettato dal designer canadese Ian Lorne Kent. Lo esprimiamo in queste righe.
Anzitutto una, doverosa, premessa. Presentiamo il professionista canadese sopra nominato, che non è esattamente l’ultimo arrivato, riportando quanto scritto su di lui nel sito Nomad: Ian Lorne Kent is the designer and developer of Nomad Micro Home. He has also orchestrated the design and development process for a broad spectrum of multi-family housing and commercial developments over the past 35 years within the Lower Mainland region of Vancouver, British Columbia. This experience ranges from the design and construction of single-family homes to the design, development, and marketing of multi-family residential and commercial projects. Ian has also been instrumental in the Energy and Environmental Design (LEED) certification of major residential and commercial developments in Vancouver which provide a recognized standard for the construction industry to assess the environmental sustainability of building designs. The driving force behind NOMAD comes from Ian’s passion for industrial design and architecture.
Quelle che seguono sono immagini di alcune sue realizzazioni: chapeau!
Diciamo che con questa realizzazione, destinata sicuramente a conquistarsi una fetta di mercato presso un’utenza ben precisa, si è divertito…
La nostra prima risposta, quella che promana dal cuore, quando si è trattato di esprimere il parere è stata: il peggio possibile, in particolare considerando che la segnalazione proviene da un ente che si definisce ecosostenibile, aggiungendo: Una casa ad elevato gradiente di bestemmie, e così motivando: Provate a viverci in questa “casa”, vale a dire: rifare il letto, lavarvi anche solo un paio di calzini, pulire il bagno o cucinare qualcosa che non sia una tisana… e se avete bambini preparatevi all’infarto, soprattutto a causa dell’alzata, della pedata e dell’orientamento sfalsato delle cosiddette scale.
Anzitutto non di casa si tratta bensì tutt’al più di MAT, modulo abitativo temporaneo, eventualmente utilizzabile come stanza degli ospiti da sistemare in giardino, o come test per l’affinità di coppia: se dopo una settimana escono ancora sorridenti ed abbracciati è la storia del secolo… Inoltre 25.000 C$ corrispondenti a 17817,75 € (cambio 11.11.2013 listino Il Sole 24 ore) non costituiscono affatto un prezzo “piccolissimo”, oltretutto dal sito del designer progettista si evince come in realtà il costo sia di almeno 28.000 per i necessari lavori di preparazione ed allacciamento. Nel Paese di origine, cioè il Canada, trascurando quindi trasporto e dogana.
Considerando che invece viene presentata come casa, a nostro parere è l’antitesi del vivere bene proprio per tutta una serie di ragioni ecologiche, ergonomiche nonché relative alle norme di sicurezza.
Ci fornisce però l’opportunità di parlarne, presentando case veramente ergonomiche, ecocompatibili ed a prezzi oltremodo accettabili funzionalmente alle soluzioni tecniche costruttive adottate.
Nelle illustrazioni furbescamente proposte vi sono immagini e planimetrie, ma non sezioni dalle quali si evincerebbe come pedata ed alzata dei gradini oltre a essere fuori norme possono costituire un serio pericolo.
L’oggetto sembra progettato da qualcuno che non ha mai rifatto un letto in vita sua né si è mai lavato nemmeno un paio di calzini, non parliamo di stenderli; non ha bambini, perché un bambino fino a 3-4 anni oltre ad avere paura di salire e scendere ne è fisicamente impossibilitato, ma già a partire dai 5-6 anni si ammazza; non ha mai pulito un bagno e la sua esperienza di cucina consiste nel farsi una tisana o nello stappare una bottiglia o una lattina; probabilmente possiede un guardaroba da paura, ma da un’altra parte.
Se inoltre sia ecologica non sappiamo, bisognerebbe vedere la specifica dei materiali, specialmente sotto il profilo termico per sapere con quali materiali, e quanto prestazionali, sia stata progettata la coibentazione . Ergonomica assolutamente non è per la presenza di spazi eccessivamente ridotti, nicchie e spigoli. Non ci pare neppure sana per la monoesposizione, per il rapporto aeroilluminante della zona notte e per l’impossibilità di sfogare fumi e condensa dell’eventuale attività di cucina, che in breve impesterebbero tutto l’oggetto, pardon la casa, rendendola a nostro parere un rottame ben prima che sia trascorso un quinquennio.
28.000 Dollari canadesi non sono affatto un microprezzo ma un prezzo folle e l’unità non possiede neppure le caratteristiche per poter essere utilizzata come alloggio temporaneo in caso di accidenti o calamità naturali. Un giornale locale, il Province di Vancouver, così titola la notizia: Vancouver company wants to squeeze you into 100-square-foot micro-homes.
Per fare un paragone automobilistico posso anche acquistare una spider, ma non devo pretendere di trasportarci la piattaia della nonna o le cassette di pomodori.
Con l’equivalente di 25.000 C$, che al cambio di ieri (fonte: Il Sole 24 Ore) assommano a € 17.761,25 posso acquistare una casa come quelle che proponiamo nelle immagini a corredo e fornirla della necessaria impiantistica.
Chiariamo un concetto: chi pensa ad una casa ad una casa ecologica ed a risparmio energetico non dovrebbe pensare in termini di pochi €/mq. L’eliminazione dei ponti termici, l’utilizzo di materiali biologici, serramenti isolati, vetri a bassa trasmittanza, cappotti e coibentazione di adeguato spessore, montaggi accurati, impianti raffinati, soluzioni tecnico-costruttive innovative costa. Una casa ecologica in legno permette di abbattere i costi energetici e soprattutto è sorprendentemente piacevole da abitare, non solo come casa per le vacanze.
Una casa in legno, a parità di volumetria, costa meno dell’equivalente tradizionale in muratura, perchè i costi di realizzazione sono inferiori del 30-40%, è più veloce da realizzare, mediamente nell’ordine del 40-70% ed è infine garantita per durare 30 anni invece dei 10 tradizionali. I costi di manutenzione, infine, sono decisamente inferiori.
Ma, per chi guarda prevalentemente all’aspetto economico, una casa prefabbricata in legno non conviene per edifici di metrature inferiori ai 60mq in ragione dei costi fissi di realizzazione che rendono meno convenienti le abitazioni piccole.
La casetta in legno illustrata a sinistra nell’immagine sopra riportata è divisa in 3 vani ed un portico, con spessore delle pareti 58 mm, può essere utilizzata come casa per ospiti, casetta da giardino, sala giochi, sala fitness e grazie allo spessore delle pareti in legno garantisce un’ ottimo isolamento termico ed acustico. Ed al prezzo di € 7.800 esclusi ovviamente i mezzi di scarico e sollevamento, il basamento in cemento, gli impianti elettrico ed idrico-sanitario, le canne fumarie permette di avere un soggiorno/cucina di 20mq, un bagno di 2,2mq ed una stanza da letto di 17mq.
Naturalmente non è nostro intento pubblicizzare alcun costruttore: una ricerca sul Web può fornire una messe copiosa di soluzioni.

Alberto Cazzoli Steiner

L’acqua verde di St. Marcel

Grazie a James Watt i primi sbuffi di vapore annunciavano la rivoluzione industriale mentre le prime colonie ammericane dichiararono l’Indipendenza. Allora fu tutto chiaro: sul Secolo dei Lumi stava per abbattersi la rivoluzione francese. In quegli anni un certo Saint Martin de La Motte, nobile membro dell’Académie Royale des Sciences, compì una ricognizione naturalistica in Valle d’Aosta, e gli accadde così di studiare nel vallone di Saint Marcelun fenomeno naturale detto de l’l’Éve-verta , in patois l’acqua verde, chiamata fontaine verte a causa del colore del suo deposito composto in gran parte da rame mineralizzato all’aria.
Riferì, lo studioso, che rimase estasiato dal colpo d’occhio offerto da vallone: “non credo che una natura così feconda e varia possa offrire uno spettacolo più gradevole, l’entrata del vallone è molto stretta e montagne si innalzano su ogni lato, cascate d’acqua riempiono di terrore al rumore che fanno, ma tra tutto questo spicca questa sorgente che pare di smeraldo, soprattutto quando il sole la illumina con i suoi raggi.
Essa sgorga tra due montagne molto elevate, che formano un vallone laterale alla valle centrale: queste montagne sono in parte calcaree e in parte scistose; quella che si trova sulla destra della fontana è in gran parte composta da mica riempita di granati; vi ho trovato anche delle tracce di schorl con granati. In cima alla montagna si trova una miniera di rame attualmente sfruttata e che viene chiamata filon de Molère; questa miniera, così come il resto della montagna, è ricco in granati; sarebbe auspicabile che lo fosse altrettanto in rame.
La fonte sgorga da una grande roccia calcarea che sembra essersi staccata dall’alto della montagna ed ha coperto una parte del letto della fonte stessa; l’acqua uscendo crea un volume del diametro di poco più di 30 cm (le unità di misura sono riferite al Système international d’unités codificato a partire dal 1889, NdA). Essa si estende per 2 – 2,5 metri nei punti più larghi e dopo aver percorso circa 300 metri tra le rocce e attraversato pendii scoscesi, si perde nel torrente del vallone di Saint – Marcel, da cui prende il nome.
Il legno, le pietre, il muschio, tutto ciò che viene bagnato da quest’acqua è coperto da uno strato di terra verde, dove più e dove meno, a seconda che l’acqua scorra più o meno rapidamente; si nota la colorazione verde persino nei punti in cui l’acqua fa mulinello e si crea la schiuma, ma di colore meno intenso.”
Interpellati in proposito, gli abitanti del posto dichiararono che nel periodo del disgelo l’acqua era più sporca del solito, ma la portata era sempre costante. Relativamente alla qualità dell’acqua, la gente credeva che fosse nociva per gli animali poiché non cercavano mai di berne, ma forse la ragione era dovuta alla temperatura: lo studioso stimò che in acqua fosse 4,5°C contro una esterna di 12°C.
Egli rilevò altresì come l’acqua non fosse né acida né alcalina, non contenesse alcuna sostanza metallica bensì acido vitriolico, terra calcarea, terra magnesiaca ed argilla. Analizzando il deposito lasciato sulle rocce questo risultò composto da una parte estrattiva vegetale, accidentale in quanto dipendente dalle piante che l’acqua incontrava al suo passaggio, circa 1/3 di rame, 1/5 di argilla, 1/10 di terra silicea ed una modesta quantità di terra calcarea.
La relazione del conte Saint Martin de La Motte offre altri spunti. Partendo dall’esistenza di una miniera di rame nella parte alta della montagna, al tempo in fase di sfruttamento unitamente a quelle di ferro prevalentemente per approvvigionare gli arsenali sabaudi, dalla quale sgorgava la sorgente dell’acqua verde. Questa miniera, sfruttata già ai tempi dei Romani, non è un semplice filone che segue la stratificazione della montagna, com’erano le miniere di La Thuile, Cogne o altre, ma una vera montagna di rame e pirite rameica coperta da roccia di diverso genere.
Se la sorgente origina dall’interno della montagna il flusso idrico potrebbe attraversare banchi di minerale decomposto trascinando materiali per forza meccanica. Lo studioso annotò come inizialmente ritenne che il deposito fosse dovuto ad efflorescenza delle pietre erose dall’acqua, ma presto comprese come le particelle di rame, più pesanti, precipitassero in funzione della forza trascinante impressa dall’acqua. Osservò altresì come fosse possibile che le particelle venissero trasportate solamente in determinati periodi dell’anno, per esempio durante lo scioglimento delle nevi.
Salendo lungo il vallone, in località Laveyc o Éve-verta (in patois valdostano Acqua verde) a circa 1290 metri di altitudine, si incontra una sorgente di acque turchesi, la cui colorazione dà il nome al luogo: la particolarità dell’ Éve-verta, ricca di sali di rame, è proprio quella di colorare pietre, terra e muschi su cui scorre depositandovi una patina di quel minerale oggi noto come woodwardite poiché prende il nome Samuel Pickworth Woodward, il naturalista e geologo inglese che la studiò in Cornovaglia determinandone la formula chimica Cu1-xAlx(OH)2[SO4]x/2·NH2O. La woordwardite è diffusa in Tasmania, Tirolo, Nuova Scozia, Boemia, Alsazia, Baden-Württemberg e Westfalia e, in Italia, oltre che in Valle d’Aosta, in Sardegna, Trentino, Toscana e Veneto.
Resterebbe da stabilire, cosa che ancora oggi nessuno ha fatto, quali possano essere le eventuali proprietà curative di quest’acqua che, in ogni caso, è una meraviglia da vedere: il ruscello, il suo fondo, le rocce, le pietre, il legno, il terreno coperti da una sostanza che presenta tutte le sfumature tra il verde ed il blu. Tutto ciò che è sommerso appare di un bel blu cielo, ciò che è parzialmente bagnato è verde, mentre ciò che è asciutto è d’un blu cielo pallido. Lo stesso ruscello scorre su di un fondo colorato.
Ma la sorgente di acqua verde non esaurisce le attrattive di Saint Marcel che, percorrendo l’autostrada e vedendolo di sfuggita, lassù in alto sulla destra orografica della Dora Baltea, nessuno si immaginerebbe che meriti più di un’occhiata distratta…
In realtà il paese, abitato fin dalla preistoria e che in alcune frazioni conserva numerose incisioni rupestri, oltre ad essere molto gradevole, offre prosciutti crudi da urlo, aromatizzati con erbe di montagna ed anticamente preparati con carne d’orso. Il clima asciutto e ventilato ne permette una stagionatura ottimale e se la loro storia si perde lontano nel tempo, l’esistenza ufficiale è comprovata da affreschi risalenti al XV e XVI secolo che li ritraggono.
Naturalmente, a Saint Marcel non poteva mancare un un castello. Uno dei tanti, bellissimi, che costellano la Valle d’Aosta. Questo, detto a monoblocco a definire l’ultima fase evolutiva del castello medievale quando i manieri da semplici fortezze iniziano a trasformarsi in residenze, presenta una costruzione quadrata ed una successiva rettangolare scandite dall’immancabile torre.
Eretto nel villaggio di Surpian ad opera di Giacomo di Challant verso il 1500 ampliando una preesistente casa forte, il castello è inquadrabile tra le installazioni che permettevano di controllare il fondovalle. E, come in ogni castello che si rispetti, non possono mancarvi i fantasmi.
Ma non è finita. Tra le attrattive di Saint Marcel vi sono, situati nella parte alta del vallone, i giacimenti manganesiferi di Praborna, a 1900 metri di altitudine e quelli ferrosi-cupriferi di Servette e Chuc, che fanno parte di un complesso minerario noto e sfruttato intensamente nei secoli passati ed oggi abbandonato. Le tracce delle attività estrattive industriali sono ancora visibili lungo i sentieri, nei boschi e nelle antiche gallerie parzialmente crollate e coperte di vegetazione, costituendo oggi un patrimonio di archeologia industriale meta di numerosi turisti.
Saint Marcel, il cui vallone ospita rare varietà floristiche, fa infine parte della Riserva Naturale Les Îles, una zona umida vicino alla Dora istituita nel 1995 e che comprende anche i territori di Brissogne, Nus e Quart.

Alberto Cazzoli Steiner