Immobilità urbana

Le statistiche più aggiornate individuano in 1,25 il coefficiente di occupazione urbana degli autoveicoli privati. Ciò significa che ogni auto circolante in città trasporta mediamente 1,25 persone, ovvero poco più rispetto al solo conducente. Per trasportare 250 persone occorrono 200 auto.
Sono ben note le conseguenze in termini di congestione del traffico, inquinamento e rumore. A queste devono essere aggiunti fattori sui quali non si pone la necessaria attenzione: per esempio l’erosione del manto stradale – il cui rifacimento rappresenta un costo per la collettività – a sua volta foriera di particelle rilasciate nell’atmosfera, aggregate con residui condensati (i fumi dei tubi di scarico) ed oleosi.
E tutto questo senza trascurare ciò che può essere monetizzato solo indirettamente: incremento dell’aggressività, incazzature da parcheggio, pericoli ed infortuni ad automobilisti e pedoni.
L’utilizzo di auto a trazione elettrica, ivi compresa la sua eventuale connotazione in car-sharing, può modificare notevolmente gli aspetti legati alle emissioni ed al rumore, ma non gli altri trattandosi pur sempre dell’uso di un mezzo di trasporto privato. Anzi, l’assenza di rumore potrebbe paradossalmente incrementare gli incidenti che coinvolgono pedoni.
L’impianto viario delle nostre città è inoltre di impronta medioevale, ed a nulla sono valsi i tentativi di creare assi di scorrimento e tangenziali urbane, il cui unico esito è stato quello di incrementare esponenzialmente l’afflusso veicolare realizzando veri e propri mostri cementizi. Pensiamo solo al progetto milanese di creare nell’immediato dopoguerra un’arteria centrale di scorrimento da Porta Vittoria a Porta Magenta sfruttando gli spazi creati dai bombardamenti aerei, lungo quello che oggi è l’asse Forlanini-Corsica-XXII Marzo-Vittoria-Larga-Albricci. Fortunatamente il progetto non si è concluso perché diversamente sarebbe stata sbancata una parte consisstente della città medioevale e romana: il tracciato avrebbe dovuto proseguire attraversando via Torino ed incunearsi lungo l’attuale corso Magenta. Addio al Circo e alle Terme, per dirne solo una, oltre che a piazza Borromeo ed a quel reticolo di atmosfere costituito dalle vie Morigi, Nerino, Santa Marta, San Maurilio. E chissà,  forse anche alla Stretta Bagnera
E’ il concetto ad essere sbagliato, ma questo si sa ormai da tempo anche se per pigrizia ed altro si fa poco o nulla, salvo lamentarsi che la benzina costa un patrimonio… Ma le auto, non dimentichiamolo, non vanno solo a benzina, gasolio o gpl, oggi rispettivamente a €/l 1,729, 1,656 e 0,888 secondo le tabelle ministeriali. Le auto vanno a tasse, assicurazioni, ammortamento del capitale, manutenzione periodica e straordinaria, imprevisti, pedaggi e contravvenzioni. E incidenti, con i loro costi sanitari e sociali che gravano sulla collettività.Sede Viaria 200 AutoOggi ho voluto togliermi uno sfizio, immaginando quanto spazio occupano le 200 vetture necessarie secondo le statistiche per trasportare le 250 persone indicate.
Visto che il coefficiente è 1,25 ho tralasciato Mercedes, Bmw ed altre auto ingombranti, interpretando liberamente, per il mio figurino, una Smart: larga 1.510 mm e lunga 2.700 può trasportare 2 persone: non è quindi eccessiva ma costituisce, in termini di spazio occupato al suolo e della sua proiezione visiva planimetrica, il minimo indispensabile. Ne ho allineate 200 in 20 file da 10 unità ciascuna, in una sede stradale ricavata elaborando unìimmagine aerea di corso Buenos Aires. Lo confesso, ho barato: la carreggiata di quest’arteria è larga 28 metri, io l’ho ristretta a 20. Però ho barato anche allineando le vetture come tanti soldatini e fingendo che corso Buenos sia un’arteria a senso unico: un artificio resosi necessario per motivi legati alla lunghezza dell’immagine.
Il risultato è quello che si vede nell’immagine 1, dove le auto occupano l’intero corso nel tratto piazzale Oberdan – viale Tunisia mentre, se avessi rispettato le proporzioni ed il doppio senso di marcia, sarei arrivato almeno in piazzale Lima, vale a dire che bastano 200 smart ad occupare mezzo corso Buenos Aires.
A questo punto mi son chiesto che cosa accadrebbe se le 250 persone prendessero l’autobus. Presto fatto: un bus urbano da 12 metri, ho preso come riferimento il Citaro Mercedes, uno dei più diffusi in Italia, può accogliere nella sua configurazione standard 70 persone, di cui 30 sedute. Bene, 250/70= 3,57 autobus. Poiché preferivo un numero intero ho deciso di affollare un po’ gli autobus, tenendo presente che la percorrenza media urbana di un passeggero non dura oltre i 14′, quindi il disagio dell’affollamento e dello stare in piedi è solo limitato. Ho ottenuto un 83,3 per 3 autobus che, considerando la capienza dichiarata di 70, non è poi così disastroso come affollamento.
Se dovessi calcolare veramente questo dato funzionalmente alla progettazione di una linea di trasporto dovrei: o aumentare le vetture incrementando le frequenze o incrementare la capienza delle vetture ricorrendo a mezzi articolati da 18 metri. Nel primo caso potrei anche ricorrere a veicoli di minore capienza, nel secondo, per non far viaggiare le vetture semivuote, i passaggi non potranno essere molto frequenti.
In ogni caso il risultato, poiché sto parlando solo di occupazione dello spazio, è quello illustrato nell’immagine 2.Sede Viaria 3 BusA questo punto ho voluto esagerare: e se li facessi viaggiare in tram? Ho considerato il Sirio prodotto da AnsaldoBreda – ormai diventato il tram standard italiano, oltre che esportato in Svezia, in Grecia ed in Turchia per citare solo alcuni paesi – nella sua versione da 26,45 metri di lunghezza e capace di ospitare 202 passeggeri. Se volessi farli viaggiare più comodi potrei utilizzare il modello lungo 35,35 metri, che può accogliere 285 persone 71 delle quali sedute.SirioIl risultato è: 1 vettura. E in termini di spazio occupato al suolo, raffontato con quello occupato a parità di lughezza dall’autobus, a sua volta raffontato con quello occupato dalle auto, lo si vede nell’immagine 3.Sede Viaria 1 TramHo voluto concludere provando ad immaginare come avrebbe potuto presentarsi corso Buenos Aires senza il traffico veicolare privato. Non ho cercato una foto che raffigurasse un ingorgo natalizio, non avrebbe avuto senso. Ho scelto la foto di un’ora di morbida, con i suoi bravi suv in sosta vietata, i taxi al parcheggio e nemmeno un filo d’erba, così com’è effettivamente il corso. L’ho elaborata senza lavorarci troppo di precisione ma così, giusto per curiosità: il risultato è quello dell’immagine 4.Sede Viaria FronteCosa ho voluto dimostrare con questo scritto? Sostanzialmente nulla, perché altrimenti avrei dovuto cercare riferimenti più precisi e ricorrere a dati sul traffico e sulle sue conseguenze (Comune di Milano, Atm, tassisti, Asl e ospedali…) però ritengo interessante il risultato. Che in ogni caso fa riflettere e può costituire lo spunto per un lavoro più approfondito.

Malleus-ACS

Immobilità urbanaultima modifica: 2014-01-07T17:41:42+01:00da cesec
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