Conversazione semiseria e un po’ inventata con un’amica niente affatto inventata.
L’amica, sposata ed acerrima contrastatrice della sola idea di avere figli, mi confidò tanti anni fa: “La differenza tra non avere e avere figli è che, nel primo caso, nessuno ti rompe così hai tutto il tempo di occuparti di te e del tuo uomo, vai e vieni come e quando ti pare. Prendi X (una comune amica) per esempio: sempre sciatta, di corsa, stressata, il marito che si lamenta di non esistere più. Guarda me e Carlo (il marito, nome inventato) invece: week-end quando e come ci pare, usciamo e torniamo quando e se ne abbiamo voglia, andiamo e veniamo da Sharm tutte le volte che ci pare. Ma” aggiunse “mi sono chiesta, che ci facciamo sempre a Sharm? Si, guarda, nessuno ti rompe, così hai tutto il tempo per romperti da sola…”
Come dite? Com’è andata a finire? Ah, niente, deve aver compreso un po’ di cose su se stessa e sui nodi della propria infanzia che aveva da sciogliere. Ora lei e il marito hanno due figli. Non vanno più a Sharm, so che sono andati a Capo nord in camper e, quando il maschietto ha compiuto 7 anni e la bambina 5 sono spariti per un mese perché volevano togliersi lo sfizio della Transiberiana. Quest’estate, visto che i bambini sono fissati con il film Madagascar, andranno in Madagascar. E’ stato proibito loro di andarci come avrebbero voluto: in moto, un figlio per ciascuno, legato alla schiena come un cotechino.
E lei? Ah, lei è tutt’altro che sciatta. Sempre più curata e, quando le ho chiesto: ma come fai con scuola, piscina, palestra, danza, tutte quelle cose, insomma, che schiavizzano le madri?
Mi ha guardato come se fossi l’aliena della piadina: “Piscina? Palestra? Danza? Ma sei matta? Io non ho bisogno di promuovermi socialmente mandando i miei figli a smarronarsi e diventando schiava di me stessa e a parlare di pappe, cacche, pediatri, peppepig e altre stupidaggini. Veronica (nome inventato) ha scoperto la lettura, e sai che a cacciarla fuori di casa ci vogliono i lacrimogeni. L’ho portata a una lezione di danza l’anno scorso perché me lo aveva chiesto. E’ uscita dicendo kekifo… Lei disegna, costruisce mondi con i suoi bambolotti. E riceve le amiche… Fede invece è un bambino estremamente sociale, figuriamoci cosa gli può importare di uno sport, il nuoto, che farebbe da solo. Quando e se ne avranno voglia saranno loro a dirmi cosa vogliono fare. E a scuola ci vanno da soli: abitiamo nell’isola pedonale e sia la scuola materna che quella elementare sono nello stesso isolato, in più fanno gli stessi orari. Fede prende la sorella, la accompagna e la va a riprendere. Così crescono e imparano che, là fuori, c’è il mondo. Si, ogni tanto vado a prenderli o li accompagno, oppure Carlo ma diventa un gioco, una sorpresa, non un obbligo.“Chiarissimo il concetto. Ora io non so se dipenda dal fatto che la mia amica è originaria di San Pietroburgo, è ingegnere, è arrivata in Italia da adulta, ne ha passate di ogni e non ha la benché minima intenzione di abdicare al proprio lavoro conquistato letteralmente con le unghie e con i denti… certamente è una tosta, diversamente non sarebbe amica mia.
Vabbè, non sapevo da dove cominciare e ho scelto questo quadretto familiare, che non casualmente termina con la scuola.
Uno dei timori che maggiormente impediscono ad un genitore di considerare la possibilità che i propri figli vadano a scuola da soli è rappresentato dal traffico intenso, soprattutto in prossimità degli edifici scolastici. Questi disagi spingono i genitori ad usare sempre più spesso l’auto creando cosi una situazione di causa/effetto.
Ma vi sono, in realtà, altri presunti fattori di rischio che concorrono a questa decisione tra i quali: la paura degli sconosciuti, le condizioni climatiche, l’inquinamento. Il genitore arriva così a prendere la macchina per proteggere i propri figli per questioni di sicurezza e per difenderlo dall’inquinamento, inquinando a propria volta ed creando di fatto nei figli il convincimento che il mondo esterno è qualcosa di alieno, oscuro, pericoloso. Insomma, chi so io direbbe: tirando su delle mezze seghe…
In ogni caso adesso arrivo al dunque, parlando di una famiglia decisamente allargata e che si sta allargando sempre più….
A Polistena, in Calabria, c’è il nonno o, se preferite, il decano; in provincia di Piacenza non c’è nessuno (a differenza del resto dell’Emilia-Romagna) e, per quanto ne so, nemmeno in Valle d’Aosta, Molise, Basilicata e Sicilia; ad Acquarica del Capo, in provincia di Lecce, I ragazzi si fanno strada; gli altri fratelli e cugini sono sparsi più o meno per tutta la Penisola; A Brugherio, Concorezzo, Villasanta e Vimercate si segnalano i nuovi nati mentre a Besate, in provincia di Milano, c’è la parente dal nome più eccentrico: la cugina Piedipolitana.
Sto parlando del Piedibus, che funziona come un vero autobus con un proprio itinerario, orari e fermate precise e stabilite, funziona tutti i giorni indipendentemente dalle condizioni atmosferiche ed è funzionale al calendario scolastico oltre che a conseguire i seguenti benefici:
Per fare movimento
Imparare a circolare
Esplorare il proprio quartiere
Diminuire traffico e inquinamento
Insieme per divertirsi
Bambini più allegri e sicuri di sè
Un buon esempio per tutti
Svegliarsi per bene e arrivare belli vispi a scuolaI bambini si fanno trovare alla fermata per loro più comoda indossando una pettorina ad alta visibilità e, se un bambino ritarda, è responsabilità dei genitori accompagnarlo a scuola invece che dei due addetti volontari: l’autista che apre la fila e il controllore che la chiude, compilando un giornale di bordo dove segna i bambini presenti ad ogni viaggio.
Il servizio, generalmente gratuito tranne che per la pettorina luminescente che deve essere acquistata, può essere utilizzato anche dai bambini che abitano troppo lontano per raggiungere la scuola a piedi, a condizione che i genitori li portino ad una fermata.
Tutto qui. Come tutte le cose semplici e geniali mi sembra un ottimo esempio di ecosostenibilità del fare, senza trascurare la riscoperta dei nonni che molto spesso costituiscono gli equipaggi dopo aver frequentato un apposito corso. Per chi volesse saperne di più consiglio una visita al sito, divertentissimo oltre che utile, www.piedibus.it.
Anima in Cammino