Giù le mani dalla nostra acqua!

Nella valle dei Ratti gli abitanti di Frasnedo e degli altri borghi sono riusciti, attraverso una protesta composta e civile, a mantenere il controllo delle proprie fonti di approvvigionamento idrico.
Giù le mani dalla Valle dei Ratti! questo lo slogan che campeggiava su manifesti e striscioni affissi ovunque in Valchiavenna e Valtellina, lungo la strada dello Spluga, nei punti cruciali del Pian di Spagna ed in tutti i comuni della provincia, per esprimere il deciso diniego della gente del luogo alla possibilità di privatizzare l’acqua del torrente Ratti e degli altri della provincia dall’assalto della speculazione per finalità idroelettriche.
Tutto partì dopo che la Regione Lombardia, nel dicembre 2007, escluse dalla procedura di valutazione d’impatto ambientale gli interventi previsti da un progetto di derivazione a scopo idroelettrico del Torrente Ratti nei Comuni di Novate e Verceia, presentato dalla SEM, Società Elettrica Morbegno.
L’Unione Pesca Sportiva di Sondrio presentò per prima un ricorso, puntualissimo ed articolato, motivando come il tratto della Valle dei Ratti interessato dalla richiesta, circa 7 km della parte alta, fosse assolutamente incontaminato e di grande e selvaggia bellezza, tanto che in esso ben due ambiti di elevata naturalità formano rispettivamente un Sito di Interesse Europeo (SIC) ed una Zona di Protezione Speciale (ZPS) appartenente a rete Natura 2000. Avverso la decisione regionale, tra l’altro contrastante con gli obiettivi perseguiti dall’Accordo sottoscritto da Ministero dell’Ambiente, Autorità di Bacino del fiume Po, Regione Lombardia e Provincia di Sondrio per la sostenibilità dell’utilizzo delle risorse idriche, si unirono immediatamente la Provincia di Sondrio e la popolazione locale, corroborati da perizie e studi effettuati da geologi ed ingegneri idraulici.
L’obiettivo era non solo di far fronte comune per respingere l’ennesimo assalto alle acque locali ma anche di portare a conoscenza della comunità la vicenda affinché costituisse un monito rivolto alle istituzioni e alla  popolazione valtellinese perché non abbassasse la guardia, in una fase storica ben anteriore al referendum del 2011. Una inequivocabile dimostrazione che il coinvolgimento trasparente paga.
In margine alla vicenda, merita un accenno il fatto che l’AEM, Azienda Energetica Milanese ora A2A, chiese 200.000 euro di danni e la distruzione del libro Acque Misteriose scritto da Giuseppe Songini che, deceduto nel 2011, a buon diritto può essere considerato l’ispiratore del Movimento Spontaneo di Difesa delle Acque Valtellinesi.
La richiesta aveva suscitato una certa eco anche sulla stampa nazionale, in particolare ne scrissero La Repubblica e Il Riformista, poiché inconsueta e legata al ricordo di tempi in cui l’informazione subiva il vaglio della censura. Il Tribunale di Sondrio assolse con formula piena autore ed editore condannando invece AEM al pagamento delle spese legali.
Una sentenza emblematica, che riguarda peraltro l’intera comunità di Valtellina e Valchiavenna e costituisce un significativo precedente.
Per decenni è passata sotto silenzio una situazione anomala che ha permesso, per lunghi periodi, la sottrazione di quantitativi molto superiori di acqua dagli invasi rispetto a quanto stabilito nelle originarie convenzioni sottraendo una delle principali risorse della montagna lombarda, con elevatissimi costi ambientali e paesaggistici, oltre alla beffa di dover pagare l’energia elettrica come i cittadini di Torino, Como o Milano.
Il tema delle acque in provincia di Sondrio ruota intorno a diversi filoni fortemente interconnessi: le dighe e i grandi impianti, i prelievi in esubero rispetto alle concessioni, i canoni e sovraccanoni, il piano di bilancio idrico provinciale, i produttori di energia elettrica, il demanio idrico, il deflusso minimo vitale, il PTA Piano di Tutela delle Acque, il rinnovo delle concessioni di grandi e piccole derivazioni, ed infine l’acqua pubblica ne sono solo alcuni esempi.
Sembra che nel destino karmico della Valtellina vi sia questo essere costantemente terra di confine, perennemente a rischio ma sempre in grado di respingere attacchi; forse per questa ragione la gente è schiva ma quando si tratta di partecipare a temi concreti non si tira indietro, senza clamore o barricate ma con estrema determinazione.
Le biblioteche di Chiavenna, Morbegno, Sondrio, Tirano e Bormio si sono attrezzate per fare in modo che i cittadini desiderosi di documentarsi possano capire, formandosi un’opinione obiettiva su tematiche spesso volutamente trattate con un linguaggio tecnico esageratamente complesso, una raffinata strategia per tagliare fuori la gente dalla comprensione di cosa sta succedendo.
La storia dell’acqua in provincia di Sondrio è una storia affascinante e in molti casi ancora sconosciuta. Ed ogni volta che ci rechiamo in Valtellina abbiamo la sensazione di entrare in un ammirevole mondo di fierezza e senso di identità.
Alberto Cazzoli Steiner
Giù le mani dalla nostra acqua!ultima modifica: 2013-11-21T23:40:05+01:00da cesec
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