NemicoPubblico. Pecorelle, lupi e sciacalli.

Non sempre le ciambelle riescono col buco. In questo caso nella montagna, per realizzare un’opera inutile, costosissima e suscettibile di creare notevoli danni ambientali e alla salute pubblica.
Ma sbattere il mostro in prima pagina funzionava all’epoca della carta stampata e funziona ancora meglio grazie a televisione, internet, social. Funziona grazie all’incapacità di discernimento, con sempre maggiore successo indotta da chi le notizie non le riferisce ma le monta per creare flussi di opinioni e, spesso, distogliere l’attenzione dalle questioni reali generando falsi obiettivi, clima di paura, nemici inventati di sana pianta.

La copertina del libro NemicoPubblico. Pecorelle, lupi e sciacalli

               La copertina del libro NemicoPubblico. Pecorelle, lupi e sciacalli

E’ il caso del bel libro NemicoPubblico. Pecorelle, lupi e sciacalli pubblicato da Spinta dal Bass, il movimento NoTav che da anni lotta in Valle Susa per contrastare la realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino – Lione.
In 107 pagine scritte a più mani l’analisi di un attacco mediatico in piena regola che è riuscito a creare ad arte il “mostro” per distogliere l’attenzione dalla lotta alla TAV che, nel 2012, stava riscuotendo simpatie e solidarietà in tutta Italia. Una manovra subdola e perfettamente riuscita che seppe smuovere gli istinti più bassi e beceri degli itaGliani, annebbiando le loro già scarse e residue capacità di analisi e critica sui movimenti sociali e sui meccanismi di manipolazione dell’opinione pubblica.
Una spirale di “informazione” che sacrificò intenzionalmente l’obiettività alla soggettività, mostrando la parte decontestualizzata anziché il tutto. Un vortice gelatinoso che fagocitò tutti tanto da riuscire ad imporre senza coercizione quello che alla fine si configurò come un pericoloso pensiero unico. Nel vortice caddero tristemente anche la maggioranza degli operatori dell’informazione, compresi quelli della cosiddetta sinistra progressista, che con differente livello di intenzionalità e consapevolezza scelsero di amplificare l’eco di una non-notizia, a scapito della verità.
NemicoPubblico, il libro notav che ha fatto infuriare politici e magistrati, è liberamente scaricabile in formato Pdf dal sito spintadalbass, gratuitamente ma con un’avvertenza: “Tenete presente che pur essendo scaricabile e da far girare liberamente “una mano sul cuore e una sul portafoglio” per le spese legali sono ben accette“.

Alberto C. Steiner

Emilia-Romagna: stop alle trivellazioni

Il titolo di questo articolo avrebbe dovuto essere: Rapporto Ichese: Vasco Vasco, io non ci casco… ma noi siamo dei tesorucci. Lungi pertanto da noi qualsiasi vis polemica.
Dunque, la Regione Emilia-Romagna ha deciso di fermare le nuove trivellazioni alla ricerca di idrocarburi, temendo un nesso con il disastroso sisma che colpì il Modenese, con ripercussioni anche in Lombardia e Veneto, nel maggio 2012.
Attenzione: le nuove trivellazioni.KL Cesec CV 2014.04.17 Ichese 002Secondo il rapporto della Commissione Ichese, istituita l’11 dicembre 2012 e consegnato alla Regione Emilia-Romagna nello scorso febbraio ma da questa diffuso solamente il 12 corrente e messo online martedì 15 con l’ingannevole titolo del link:
http://ambiente.regione.emilia-romagna.it/geologia/notizie/primo-piano/commissione-ichese-on-line-il-rapporto-integrale mentre in realtà risultano online l’appendice, in inglese: Appendices – Report on the Hydrocarbon Exploration and Seismicity in Emilia Region e il Capitolo 9 – Conclusioni del Report dalla pag. 188 alla pag. 197 in lingua italiana, sembrerebbe di si.
Ci domandiamo: se il rapporto non fosse stato anticipato dalla rivista Science, sarebbe stato messo online?KL Cesec CV 2014.04.17 Ichese 001Comunque, poiché con i se non si fa la Storia, la risposta alla domanda se vi sia un nesso fra trivellazioni e terremoto è certamente no per il sito di Rivara, mentre servono approfondimenti per il Pozzo Cavone.
In base a tali conclusioni è stata pertanto decisa una moratoria per le nuove perforazioni. Trivelle ferme, quindi, come annunciato l’altro ieri nell’Aula Consiliare dall’assessore regionale alla protezione civile Paola Gazzolo, illustrando all’assemblea le linee principali del rapporto della Commissione Ichese.
Non potendo fare altro non ci resta (che piangere? ma su, cosa andate a pensare? non siate pessimisti…) che considerare che siamo solo ingegneri. E’ che ci pare di rammentare di quando la geologia e l’ingegneria mineraria facessero un tempo parte delle scienze quasi esatte: se buchi qui viene giù tutto, se crei un vuoto lì implode, la faglia va da qui a lì ed è profonda tot, il fondo calcareo, la placca tufacea non regge la dolomite e blabla… Ma forse non è più così, tant’è che le conclusioni dello studio sono, in buona sostanza, che “non è possibile escludere un collegamento tra le attività estrattive e i terremoti che nel maggio del 2012 colpirono Emilia Romagna, Lombardia e Veneto”. Evviva.
Una curiosità: quanto è costato lo studio ai contribuenti?

Malleus