Credit Suisse e vergini dai candidi manti

Padre Flaherty, il Monsignore protagonista del romanzo scritto dal francese Jack-Alain Léger nel 1976, è un americano di origine irlandese. Paracadutista, responsabile di un settore dei servizi segreti vaticani, vive una doppia vita, quella occulta in un attico affacciato sull’Appia, con la propria compagna e relazioni ad alto livello nell’alta finanza, non esattamente adamantina, dei rapporti con la mafia dalla quale viene alla fine tradito.
Ad un certo punto il romanzo traccia un veritiero, e tuttora insuperato, spaccato delle procedure di sicurezza finalizzate a tutelare l’identità e la consistenza patrimoniale dei clienti di una banca svizzera. La banca in questione è ovviamente inventata ma l’autore ricevette pressioni affinché in una successiva edizione del romanzo modificasse il capitolo.A photo taken on November 1, 2011 showsRelativamente all’affaire Credit Suisse, oggi su tutti i giornali, i giornalisti del settimanale L’Espresso, che da grandi avrebbero voluto fare gli aggenti seggreti e invece si sono ridotti a fare i pennivendoli, nel pubblicare l’articolo del 12 febbraio scorso, scrissero di email criptate e messaggi riservati nei quali i funzionari del gruppo elvetico discutevano tra loro di conti segretati e intestazioni fittizie. Come no.
Non è certamente grazie all’articolo del settimanale radicalchic che le Fiamme Gialle hanno potuto dipanare la matassa di polizze assicurative farlocche, ma grazie a un lavoro investigativo durato quasi due anni in gran parte basato, come spesso accade in queste circostanze, sulle ammissioni di personaggi coinvolti ai quali è stata promessa riservatezza, anzi obliterazione, relativamente a certe debolezze ed a certi vizietti. Non piace? È così che funziona, baby.
Oggi il virginale mondo finanziario grida allo scandalo: polizze assicurative farlocche per costituire all’estero la stratosferica disponibilità di, stando ai riscontri, 14 miliardi di Euro. Nihil sub sole novi: è un sistema vecchio come il mondo. Destino 100 ad una polizza di assicurazione sulla vita a cosiddetto premio unico, mia o aziendale, che va quindi imputata nei costi. Per la legge italiana un’assicurazione sulla vita è insequestrabile ed impignorabile.
Bene, se la polizza è in capo ad una banca svizzera il “monte” è presso la sede istituzionale e territoriale della banca stessa, cioè in Svizzera.
Una volta che la polizza è attivata, vado (fisicamente, perché mi tocca) in Svizzera e riscatto la polizza. Al netto dei caricamenti, cioè delle spese vive e tra queste la provvigione dell’agente che l’ha stipulata, e del costo finanziario, vale a dire della monetizzazione della previsione di guadagno sull’investimento che la Compagnia, in questo caso la banca, avrebbe potuto conseguire amministrando i valori da me conferiti sottoscrivendo la polizza, recupero circa il 65% della somma sottoscritta. Considerato che la pressione fiscale sarebbe almeno del 47% è un guadagno.
Ovviamente tramite la stessa banca la reinvesto in modo sicuro e lontano da sguardi indiscreti. Fine della storia.
Se confermate, le accuse a carico di Credit Suisse rappresenterebbero una gravissima violazione alle norme internazionali antiriciclaggio. E con questo? A mio parere Credit Suisse non ha fatto altro che svolgere, onorevolmente e con professionalità, il proprio mestiere di banca svizzera. E senza ipocriti paludamenti etici.
Sono i Fabbichètta briantei, caso mai, quelli sui quali ci sarebbe da dire: quelli che lamentano la stretta creditizia, la pressione fiscale, il mancato aiuto di non si sa quale stato quando sono loro i primi a tentare in ogni modo di fotterlo, questo stato, e con lui i loro concittadini. Perché, come affermò anni fa l’allora presidente degli industriali brianzoli del legno e del mobile, praticamente mio suocero: la ricchezza di pochi vive della povertà di molti, è inutile stare a menarla, è così. E tutto il resto è finzione, bigottismo, ipocrisia.
Fine del cinema.
Ah no, dimenticavo: qualcuno si sarà chiesto perché ho citato i “fabbrichètta briantei”. Perché rappresenterebbero, allo stato delle indagini, il 64% dei sottoscrittori delle polizze farlocche.

Alberto C. Steiner

Chi sostiene la finanza sostenibile

Sfarfallano come foglie d’autunno gli inviti a partecipare alla kermesse della finanza sostenibile, che avrà luogo dal 4 al 12 novembre aprendosi a Roma e serpeggiando in varie lochescion itineranti per concludersi nella cornice di Palazzo Mezzanotte a Milano, sede della Borsa. Non male come epilogo per una finanza che vuole indossare il vestitino sostenibile…Cesec-CondiVivere 2014.10.20 Io odio la finanza sostenibileQuest’anno non ci andrò. Abbiamo già dato, l’anno scorso. E le ragioni per cui non intendo fare da claque all’evento le scrissi nell’articolo intitolato Onoriamo il Lupo, per noi è un animale veramente Sacro. Soprattutto se parliamo di finanza, pubblicato il 7 novembre 2013 in questo Blog, al quale rimando chi volesse approfondire.
Rileggendolo l’ho trovato addirittura più attuale oggi rispetto ad un anno fa, e prima di passare oltre ne riprendo un breve periodo:
Abbiamo visto quello che dovevamo vedere, detto quello che dovevamo dire ma soprattutto annusato un odore che avremmo preferito non sentire.
Non ci sono piaciuti i toni paludati, saccenti, supponenti. Non ci sono piaciuti i sorrisi a 96 denti splendenti d’acciaio su tre file. Non ci è piaciuto il tono da accademici illuminati, tanto per cambiare da guru della finanza, questa volta eticobiobau.
Non siamo in grado di stabilire se e in quale misura siamo finanziariamente etici e sostenibili, secondo quelli che sono diventati i parametri ufficiali. Dei quali, sinceramente, non ci frega il classico beneamato cazzo perché sono artefatti, e possiamo dimostrarlo. Ma per quanto attiene al nostro piccolo mondo di Amélie dove ci piace vivere abbiamo ancora una volta dimostrato a noi stessi di avere gli attributi e di non essere in vendita. E nemmeno in fistfactoring o in fuckleasing.
Però di una cosa, che avevamo dapprima compreso o se preferite sentito, siamo certi: la finanza, quella vera, quella con i denti a sciabola, si è appropriata dell’ecosostenibilità, della sostenibilità e della solidarietà, con la complicità di coloro che preferiscono usare il termine collettivo al posto di pubblico e nelle retrovie stanno scaldando i motori delle loro Kooperativistiche und Onlusaistische Panzer Divisionen
Indossando il vestitino etico e solidale si sta preparando l’ennesimo atto sodomitico ai danni dei risparmiatori. Non stiamo farneticando: alcune cooperative edilizie che promettevano comunità residenziali in cohousing in autocostruzione lo hanno già dimostrato. Una per tutte: Alisei.
Abbiamo fatto ciò che era nostro dovere fare affinché non rimanessero margini di dubbio circa la supposta (appunto) eticità di una certa finanza e, pur nella limitata potenza della nostra voce, possiamo lanciare un monito: attenzione a chi, con retrostante pabulus politico, irretisce, seduce, indora pillole di ecosolidarietà finanziaria, perché vuole solo avere il controllo anche di quelle realtà, per portarvi l’acqua del proprio mulino fatto di drenaggio di denari pubblici, clientele, commissioni, carrozzoni, compagnie circensi, osservatòri e corte canterina varia.Cesec-Condivivere 2014.10.20 Squali della finanza sostenibileE veniamo all’oggi. Il forum è tecnicamente un’organizzazione non lucrativa la cui finalità è quella di promuovere una finanza etica. Desumendo dal sito si legge: Accanto alle questioni dell’etica della finanza, troviamo altri ambiti sicuramente rilevanti quando si tratti di istituzioni finanziarie e responsabilità verso altri soggetti. Come ad esempio la relazione tra attività finanziaria e sviluppo locale, lotta alla disoccupazione, integrazione degli immigrati, protezione dell’ambiente. Ecco quindi che l’esercizio dell’attività finanziaria è legato a filo doppio con il dibattito sullo sviluppo sostenibile. Un bel blabla di maniera che avremmo potuto leggere nel tema in classe di uno studente di ragioneria, e dal quale chi sa leggere può evincere una matrice sdegnosamente caritativa. Siamo rimasti alla raccolta dei tappini per aiutare i negretti
La compagine societaria, pardon sociale, del forum è così composta:Cesec-CondiVivere 2014.10.20 Composizione societaria forum finanza sostenibileSoci sostenitori
ABI, Associazione Bancaria Italiana
Intesa San Paolo
Natixis
Petercam, Istitutional Asset Management
Vontobel,Private Banking
Soci Ordinari
ACRI, Associazioni di Fondazioni e di Casse di Risparmio SpA
Adiconsum
Allianz
ANASF, Associazione Nazionale Promotori Finanziari
ANIA, Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici
Assofondi Pensione
Assogestioni
Avanzi
Axa Investment Managers
Bloomberg
CDP, Carbon Disclosure Project
CGIL, Confederazione Generale Italiana Lavoratori
CISL, Confedeazione Italiana Sindacati Lavoratori
Cittadinanzattiva
Cometa fondo pensione
ECPI, Sense in Sustainability
EQUI, Private Equity
Etica Sgr SpA
FABI, Federazione Autonoma Bancari Italiani
Federcasse
Fondo Pensione Gruppo Intesa San Paolo
Generali Investment Europe
HDI Assicurazioni
Hines Italia
HSBC
ING Investment Management
Legambiente
MBS Consulting
Microfinanza
Morningstar
Pegaso Fondo Pensione
PensPlan Invest SG
RITMI, Rete Italiana Microfinanza
Societe Generale
Symphonia
Sodalitas
UBS, Unione Banche Svizzere
Unicredit
Unipol
Vigeo Italia
WWF Italia ONG Onlus

mentre il Consiglio di gestione è formato da:Cesec-CondiVivere 2014.10.20 Struttura quote forum finanza sostenibilePresidente
Maurizio Agazzi – Fondo Cometa
Consiglieri
Chiara Mazzuoccolo – Vontobel
Franca Perin – Generali Investments Sgr
Gian Franco Giannini Guazzugli – ANASF
Anna Monticelli – Intesa Sanpaolo
Manuela Mazzoleni – Assogestioni
Salvatore Cardillo – Assofondipensione
Isabel Reuss – Allianz Global Investors
Angela Tanno – ABICesec-CondiVivere 2014.10.20 Gnomo nel boscoCurioso che nel Consiglio non compaiano esponenti di realtà non bancarie… Dietro il paravento dell’etico, del sostenibile e del sociale la finanza dei soliti noti porta avanti i propri interessi. Oggi il guadagno è nell’housing sociale, e allora piatto ricco mi ci ficco: “Per fare edilizia sociale non occorre essere filantropi, neppure costruttori, basta avere le spalle coperte“. Non l’ha detto uno qualsiasi bensì Giuseppe Guzzetti, classe 1934, banchiere, politico, avvocato ed uno degli uomini più influenti d’Italia. Presidente di Fondazione Cariplo dal 1997 e dal 2000 dell’Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio, si proprio quell’ACRI che siede fra i soci del Forum, azionista forte di Intesa San Paolo, presente tra i soci sostenitori del Forum.
Cito dall’interessante Il business del futuro? L’housing sociale, pubblicato dal sito matteo-equilibrio1.blogspot.it ed al quale rimando per approfondimenti: Presidente della Regione Lombardia dal 1979 al 1987, incarna il dominus del governo occulto delle banche e degli intrecci con il potere politico. Lo aveva capito Tremonti, che tentò di porre rimedio al suo strapotere mettendo in dubbio il regime privatistico delle fondazioni. Fu la Corte Costituzionale a stabilire che le fondazioni sono persone giuridiche private dotate di piena autonomia statutaria e gestionale. In quell’occasione gli corse in soccorso anche Gustavo Zagrebelsky, Presidente emerito della Corte Costituzionale, che siede in diversi organi della fondazione Cariplo.
Ad onta dell’aggettivo sociale il nuovo housing è un affare per pochi: banche, fondazioni bancarie e l’immancabile Legacoop con annessi, clientes e connessi.
Se l’edilizia da sempre rappresenta business, quella sociale lo è all’ennesima potenza, e non poteva essere che la Lombardia a tenerla a battesimo, nel 2004, quando vide la luce il progetto sperimentale di autocostruzione assistita gestito da Alisei Ong-Innosense Consulting.
Risultato: nel 2006 fu posata a Pieve Emanuele la prima pietra del cantiere, che si trova in stato di abbandono dal 2011 mentre 24 famiglie che si sono giocate risparmi, energie, tempo e fiducia attendono ancora una abitazione.
Alisei ed i suoi sodali e manutengoli hanno seminato più cadaveri dell’Ebola: a Cologno Monzese, Vimercate, Brugherio, Besana Brianza, Ravenna per citare solo le prime località che mi vengono in mente.
Del resto non dico nulla di strano, artefatto o ingiurioso: basta scorrere internet per trovare riferimenti a iosa. E dire che per non dilungarmi non ho parlato dei Social Bond

Alberto C. Steiner

No ai cuccioli venuti dall’Est

Non siamo animalisti, allo stesso modo in cui non siamo isti di nulla, riteniamo però che CondiVivere riguardi innumerevoli aspetti di quello che ci piace definire vivere bene insieme. Prendiamo perciò le mosse da un esempio niente affatto eccessivo ma utile per chiarire il concetto: il traffico di sostanze stupefacenti è reato. Lapalissiano. Ma se ciò ha consentito a molte organizzazioni criminali di accumulare vere e proprie fortune è in ragione della domanda di chi ne fa uso.* Animali/ Da oggi in vigore nuove pene per chi li maltrattaAllo stesso modo è reato il traffico di cuccioli. Ma se molte persone senza scrupoli lo compiono, ritenendolo redditizio, è perché esiste una consistente richiesta di acquirenti altrettanto senza scrupoli, o quanto meno con le fette di prosciutto sugli occhi. Ma oggi, per citare lo storico Teorema Di Pietro, non è più possibile non sapere: ne parlano giornali e televisione, riferendo di veri e propri scandali come quello recentemente emerso a San Giuliano Milanese, l’Operazione Maky – dal nome di uno dei cuccioli trovato quasi morente e poi salvato – svolta dalla Forestale sotto la direzione della Procura di Lodi che ha visto il sequestro di 88 esemplari provenienti da Ungheria e Slovenia in contenitori di cartone o gabbie per polli stipati nei bagagliai di auto di grossa cilindrata. Tra gli arrestati anche un veterinario.
Migliaia di cuccioli vengono importati clandestinamente dall’Europa dell’Est e nella quasi totalità dei casi si tratta di esserini provenienti da allevamenti lager, veri e propri cucciolifici che cedono sottoprezzo animali di soli 35 giorni, che nelle vetrine dei negozi di animali vengono spacciati per cuccioli di due mesi. E molto spesso coloro che si occupano di tale traffico sono gli stessi che prosperano con il traffico di cani da combattimento. Quindi, tanto per chiamare le cose con il loro nome, mafia.KL Cesec CV 2014.0429 Traffico Cuccioli 002Allevati in condizioni igieniche e psichiche agghiaccianti, partoriti da madri fatte figliare ad ogni calore, se sopravvivono, senza la benchè minima selezione relativamente a salute e carattere, portatori di tare ereditarie anche nascoste, geni recessivi non sempre visibili, strappati dalla cucciolata così piccoli che il loro sistema immunitario non è ancora in grado di proteggerli, privi di vaccinazioni ma, se anche le avessero, sarebbero premature e quindi vane perché se fatte troppo presto contrasterebbero il colostro materno. Molto spesso sono portatori di malattie che nel nostro Paese sono state debellate da anni, non pochi sono già affetti da cimurro, parvovirosi ed altre malattie con percentuale di mortalità altissima. Quelli che non le hanno le contraggono durante il viaggio.
Attraversano mezza Europa stipati in mezzi di trasporto inadeguati e in condizioni igieniche letali con il risultato che per i più sfortunati la conseguenza è la morte, tanto non importa se non sopravvivono tutti, costano così poco che la perdita non ha un peso economico tale da cambiare le condizioni di viaggio. Spesso sono soggetti a maltrattamenti e, non avendo avuto modo di imparare dalla mamma il linguaggio e dai fratellini le dinamiche del gioco, del morso, dei segnali di calma, recano problematiche psicologiche: alcuni di loro diventeranno timidi, altri saranno problematici, ansiosi, con aggressività conspecifica ed intraspecifica, vale a dire con altre specie: per quanto ci riguarda l’uomo.
Questi cuccioli arrivano in territorio italiano e hanno già pronti il microchip, i documenti, le vaccinazioni in modo da sembrare nati in Italia, vengono imbottiti di immunoglobuline che posticipano i sintomi delle malattie, che magicamente insorgeranno qualche giorno dopo il termine della garanzia. Gli acquirenti più decisi potranno al più ricevere in cambio un nuovo cucciolo, come se fosse merce fallata da sostituire.
Se è vero che spetta alle forze dell’ordine sventare questi tentativi criminosi di lucrare sugli animali, è però altrettanto evidente come attenga alla responsabilità delle persone che acquistano un cucciolo assicurarsi che esso sia stato allevato regolarmente e che sia giunto in Italia nel rispetto della legge, anziché rendersi quantomeno complici del prosperare di una prassi largamente delittuosa.
Un’alternativa esiste: comprare solo in negozi universalmente considerati affidabili, o scegliere l’adozione in un canile o gattile piuttosto che l’acquisto. Ci sono tanti pets in attesa di una famiglia che si prenda cura di loro, tantissimi cani e gatti che è possibile trovare facilmente grazie a numerosi siti presenti su Internet, che ormai da diverso tempo fanno registrare migliaia di felicissime adozioni.
Da ultimo una domanda: come mai gli appartenenti a certi tanto agguerriti movimenti animalisti, per intenderci pacifisti a chiacchiere non violenti che non esitano a minacciare anche pesantemente chi non la pensa come loro e che un nostro amico sardo chiama animalardi, non si sono mai sentiti esprimere su questo argomento il loro pensiero con i consueti minacciosi toni da stadio?
Ed ora, a contraltare di una notizia brutta, una segnalazione più che gradevole: è nato Balzoo, il Banco Alimentare Zoologico.
Questa iniziativa a favore degli animali, ma anche a sostegno degli umani che in questi tempi di crisi non riescono più a mantenere i propri quattro zampe, non poteva che nascere a Milano. La sua missione è quella di raccogliere cibo per donarlo ad animali abbandonati ospiti di canili e gattili, ma anche per destinarlo alle persone in difficoltà economiche con animali domestici, nonché agli ospiti delle strutture di accoglienza che hanno con sè degli animali.
Balzoo si estenderà presto in tutta Italia grazie a una collaborazione con i City Angels, i volontari di strada presenti in 18 città.
Le donazioni di privati o aziende possono avvenire in natura o in denaro, e contribuiscono a sfamare tantissimi animali in tutta Italia. Per saperne di più è possibile visitare il sito Balzoo.it.

Anima in Cammino