Treni dimenticati

Il 2 marzo verrà celebrata la giornata delle ferrovie dimenticate, vale a dire tutte quelle linee da tempo chiuse all’esercizio e spesso ormai disarmate, cioè private degli impianti fissi: rotaie, traverse, massicciata, palificazione. Molte costituivano ineguagliabili opere di ingegneria che, a differenza di quanto accade oggi con le varie TAV, si inserivano armoniosamente nel paesaggio. Una per tutte: la Spoleto-Norcia. Ma l’elenco è sterminato: Bribano-Agordo, Voghera-Varzi, Menaggio-Porlezza, Paola-Cosenza, parte della rete abruzzese Adriatico-Sangritana, Mantova-Peschiera, Rimini-San Marino, Mori-Arco-Riva del Garda, Ora-Predazzo per citarne alcune.KL Cesec CV 2014.02.11 Ferrovie dimenticate 002L’elenco potrebbe riguardare anche linee tramviarie: la Terni-Ferentillo, che sfiorava la cascata delle Marmore, le tramvie vicentine, il tram bianco che a Venezia percorreva il Lido. E ci fermiamo qui, con una menzione particolare per la funicolare ad acqua che univa Catanzaro Lido a Catanzaro Città, chiusa nel 1954 e riattivata nel 1998 adottando soluzioni tecnologiche d’avanguardia.
Spesso rappresentavano l’unico mezzo di trasporto in grado di garantire collegamenti in condizioni orografiche ed atmosferiche proibitive, come mostra l’immagine della Ferrovia delle Dolomiti a corredo, ed oggi se ne riparla funzionalmente alla loro trasformazione in percorsi ciclabili. Ma qualcuno, e non solo inguaribili nostalgici, insiste nel proporre il loro ripristino, non solo a fini turistici ma anche per sottrarre il trasporto locale alla morsa del traffico stradale con indubbi benefici in termini di tempi di percorrenza e di emissioni nocive.
L’immagine alla quale siamo abituati, quando pensiamo a queste ferrovie, è quella di un trenino traballante, gelido d’inverno e rovente d’estate, con orari impossibili e tempi di percorrenza assurdi. Oggi, in caso di ripristino dove possibile, non sarebbe più così: linee in sede propria, protette ed assistite da segnaletica asservita, sistemi di trazione che consentono un sensibile risparmio energetico quando non addirittura il recupero di energia.KL Cesec CV 2014.02.11 Ferrovie dimenticate 001A nostro avviso la trasformazione in piste ciclopedonali – sovente soltanto un domenicale giocattolo radical-chic – significherebbe solo la loro morte definitiva, senza dimenticare i rischi che corrono numerose ferrovie attualmente in esercizio, per esempio quella che percorre la Valle d’Aosta, della quale pubblichiamo un’immagine di stagione, che riveste invece un ruolo fondamentale in ambito non solo turistico.

Malleus

Toscana: ferrovie in controtendenza? Una rondine non fa primavera…

Era stata chiusa due anni fa, la storica linea ferroviaria Cecina-Saline di Volterra, che si snoda per circa 30 km e che comprendeva lo spettacolare tratto a cremagliera da Saline a Volterra. Ma dopo interpellanze, petizioni, manifestazioni dell’interesse che non vogliamo definire popolare ma della gente, è stata riaperta in questi giorni all’esercizio.Treno inaugurale - La RepubblicaIl viaggio inaugurale è stato affidato ad un treno storico, costituito dall’automotrice Aln 772.3265 costruita nel 1942 e dopo anni di abbandono perfettamente restaurata per l’effettuazione di treni storici: “Credo che le linee minori come questa abbiano diritto di continuare a vivere, nonostante i costi che sosteniamo per tenerle aperte e per riaprirle. Il segnale che voglio mandare oggi è che la Regione Toscana, unica in Italia, ha fatto questa scelta e che intende proseguire in questa direzione” ha dichiarato il presidente della Toscana Enrico Rossi, che ha precisato: ”Due anni fa abbiamo avuto un taglio di 100 milioni sui 500 che ci venivano dati per il trasporto pubblico locale. Nonostante ciò ci abbiamo messo 90 milioni dal nostro bilancio e abbiamo mantenuto i servizi. Adesso, grazie alla revisione della spesa regionale e ai risparmi che abbiamo prodotto, siamo in grado di investire sul recupero e la valorizzazione delle linee cosiddette minori”. Per la Cecina – Saline di Volterra sono stati investiti 800 mila euro e si sta valutando se recuperare altre linee di notevole interesse sociale, paesaggistico e turistico. Il presidente della regione non ha mancato di far notare che per sistemare le ferrovie minori toscane sarebbero sufficienti circa 800 milioni di euro, affermando che “non sono molti se si pensa ai 90 miliardi che lo Stato ha speso per l’Alta velocità”.Aln_Cecina-VolterraAlle parole di Rossi hanno fatto da corollario quelle del sindaco di Volterra Mario Buselli: “Oggi è stata una giornata storica e di grande gioia per il Volterrano e la Valle del Cecina. Esprimo la piena soddisfazione a nome di tutti i sindaci del territorio, presenti in gran numero. Il treno torna a correre ricollegando l’entroterra al mare, un asse strategico nel vero e proprio cuore della Toscana. Di questo devo ringraziare l’impegno da parte della Regione Toscana che ha determinato un cambio di passo importante nella valorizzazione del treno come mezzo da utilizzare per muoversi“.
Per parte nostra non possiamo che commentare che sembra roba da museo, e invece è una delle sfide che ci attendono per valorizzare la quotidianità del trasporto e la promozione del territorio anche in chiave turistica. Le premesse ci sono tutte, ed i lavori necessari al ripristino delle ferrovie che è possibile recuperare costituirebbero un investimento ed una possibilità di lavoro.
E la ripresa del loro esercizio avrebbe valenza ben superiore alla trasformazione in piste ciclabili.