Sopravvivenza: ultima chiamata

Da oggi la nostra presenza sui social sarà meno assidua. È giunto il momento di occuparci concretamente delle realtà che sono sorte in questi ultimi anni sulla scorta di ciò che iniziammo a paventare, considerati quanto meno degli eccentrici, attraverso l’individuazione ed il recupero di aree boschive, di campagna o di montagna: terreni incolti e abbandonati che con pazienza, competenza e amore, e mettendo mano al portafogli senza aspettarci che nessuno lo facesse per noi abbiamo recuperato e reso vivibili.Cesec-CondiVivere-2014.10.07-Medioevo-prossimo-venturoIl tutto all’insegna di quel Medioevo prossimo venturo del quale da anni andiamo parlando. Ecco, quel medioevo ha bussato alla nostra porta. Ma non ha trovato impreparate numerose famiglie che hanno riconsiderato quanto possa essere piacevole e vantaggioso vivere in una comunità ristretta, autosufficiente ed in grado di difendersi.
Ai nostri bambini non insegniamo le danze sacre di Gurgieffo, non possiamo permettercelo, per ora. Insegniamo loro a tirare con l’arco: silenzioso, ecologico, letale. Specie se le punte delle frecce sono imbevute dei succhi di certe erbe delle quali anche le nostre montagne abbondano. Per cacciare e per difendersi.
A bambini e bambine insegniamo a governare le forze della Natura, con amore e rispetto e senza menate del tipo “la meditazione è di sinistra, l’esoterismo è di destra“. Noi siamo senza dio e senza santi, sovrastrutture o madonne: non servono quando si tratta di sopravvivere.
Con buona pace dei peace&love di orientaleggiante meditativa memoria: quell’edu-castrazione tendente all’annichilimento delle coscienze, all’osservare, a sviluppare “il femminile che è in noi“.
Abbiamo bisogno di guerrieri, ora. Un domani ne riparleremo. 90/10, abbiamo sempre affermato. Vale a dire per pochi, non per tutti.
Ultima chiamata…

ACS

Sopravvivenza: ultima chiamataultima modifica: 2015-02-17T14:06:53+01:00da cesec
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