Costruire una casa spendendo solo 180 Euro. Incredibile?

Una ghiotta segnalazione che non poteva non indurci a curiosare: noi adoriamo i pazzi! perché sono geniali e quell’uomo, indiscutibilmente, lo è. A parte lo sterco di vacca… non ha fatto che adottare un sistema costruttivo antichissimo e del quale anche noi siamo appassionati: il metodo cosiddetto in terra cruda.
Ne avevamo parlato sul sito KryptosLife non molto tempo fa, illustrando una casa bellissima che sembrava quella dei Teletubbies.Casa da 180 Euro
Casa 180 Euro - 2Siamo andati a curiosare anche un sito linkato: incredibile! c’è addirittura un tizio che si è fatto la casa utilizzando un double-decker, un tipico autobus britannico bipiano. Ci ha fatto venire in mente un tedesco che negli anni ’70 aveva realizzato la propria casa sulla sponda bresciana del Garda, ora non ricordiamo dove, utilizzando tre vecchie carrozze ferroviarie, forse della CIWL, Compagnie Internationale des Wagons Lits: presente l’Orient-Espress? In quel caso il trasporto, lungo le stradine tutte tornanti delle alture gardesane, gli era costato un botto…
Peccato che oggi l’esperienza non sia riproducibile da noi, il Paese dove occorre un patentino anche per respirare: a causa dell’insaziabile fame di denaro delle Amministrazioni locali persino una scatola di cartone fa volumetria, e pertanto è soggetta a concessione edilizia, e nulla può essere costruito se non su aree edificabili. E senza trascurare l’impatto ambientale, l’antisismica, l’antincendio, il Genio Civile. Non osiamo pensare a cosa potrebbe accadere qualora dovessimo presentare un progetto che nel capitolato specifica, tra i materiali: legante in escrementi di bovino opportunamente resi inerti, disseccati e compattati… Però ci piacerebbe farlo, non fosse altro che per vedere le facce dei tecnici comunali…Orient EspressE da noi,in un bosco, possiamo dimenticarci di costruire a meno che non siamo agricoltori o svolgiamo una qualche attività attinente al patrimonio florofaunistico. E in questo caso dobbiamo fare i conti con la Forestale che viene a censire pure i fili d’erba. E fin qui siamo d’accordo: se non esistessero queste norme, finalmente restrittive, chiunque potrebbe costruire qualunque cosa ovunque. Peccato che le stalle siano state chiuse dopo che i buoi erano – tutt’altro che accidentalmente – scappati e che siano state rese edificabili aree importantissime sotto il profilo ambientale, per non parlare di quelle a rischio idrogeologico.
Però è possibile recuperare l’esistente, qualunque ne fosse la funzione originaria. E’ per questa ragione che, attraverso Cesec e KryptosLife, la società che dell’ecocompatibilità ha fatto la propria mission, siamo attivi sia pure tra mille difficoltà per riportare a nuova vita borghi abbandonati, in una logica ecosostenibile e di condivisione.
Ma, in conclusione, dobbiamo nostro malgrado ammettere una cosa: noi, anche quando ci spacciamo per ecosolidali biocompatibili, manchiamo di quella cultura antropologica che ci fa anche solo ipotizzare di poter realizzare una casa come quella dell’inglese. Per un semplice motivo: i Britannici, avendo posseduto un impero, hanno spaziato tra culture le più diverse fra loro, nativi americani, africani e medio-orientali, indiani, aborigeni australiani e neozelandesi ed è conseguentemente entrata nel loro DNA l’apertura alle soluzioni anche più eccentriche. Noi siamo stati sempre e solo territorio di conquista sul quale più o meno tutti si sono avvicendati; ci siamo sempre tenuti stretti i nostri fazzolettini di terra in una logica di localismo esasperato che non ammetteva aperture, pena uno dei più atavici fra gli spettri: la fame. La differenza tra chi è stato padrone e chi è stato servo è che non è il padrone quello che abbisogna di apparenze.
Una riprova l’abbiamo nei viaggi all’estero: generalmente mentre britannici, olandesi e scandinavi percorrono distanze impensabili, talvolta con mezzi di fortuna, o s’infilano nel cuore malfamato delle città, gli italiani se ne stanno rinchiusi nei villaggi vacanze. Salvo tornare a casa ed affermare: ho fatto lo Yucatan, ho fatto lo Yemen… Sarà anche per questa ragione che, anche in luoghi realizzati all’insegna dell’ecocompatibilità e dove addirittura si svolgono pratiche olistiche, troviamo i mobili dell’Ikea?