Che paese meraviglioso l’India! ma com’è amaro questo the…

L’India, il paese che esercita tuttora un incredibile appeal sui rottami del ’68, anche se costoro in quegli anni formidabili si pisciavano ancora nei pannolini o stavano decidendo se reincarnarsi o meno.
L’India, il paese della spiritualità, della meditazione, degli Ashram per occidentali, dei guru, dei maestri, degli illuminati e degli Swami Quacquarapanda.
Harrods, la catena di distribuzione del Regno Unito, ha tolto dagli scaffali alcuni marchi di tè e, tra questi, Lipton, Twining’s, Tetley e persino l’ecosolidalbiobau Rainforest Alliance, quello identificato con il logo della rana e che dovrebbe garantire condizioni produttive controllate.CC 2015.11.23 The India 001Come mai, si chiederanno i nostri piccoli lettori, specialmente quelli che ci accusano di parlare di india (minuscolo, errore di dirigibiritazione…) solo in riferimento ai trogloditi?
Un’inchiesta di Justin Rowlatt della BBC – leggibile qui sul sito dov’è pubblicato anche un interessante filmato – prova anzitutto l’abituale ricorso al lavoro minorile.
Ma, quel che – come se non bastasse – è ancora peggio è che questi marchi, dopo aver affermato pubblicamente che lavorano per migliorare le piantagioni di tè indiane, favoriscono in nome del profitto attività pericolose e in generale condizioni di lavoro disgustose e degradanti.
Abitazioni miserabili, servizi igienici disastrosi, massiccio ricorso ai pesticidi, stipendi così bassi da non garantire neppure un nutrimento sufficiente, nessun tipo di assistenza normativa o sanitaria, ricatti e sparizioni di chi aLza troppo la cresta per rivendicare i propri diritti.
Colpa delle multinazionali imperialiste, rasiste e fasiste? Sicuramente, specialmente da quando l’India ha conquistato l’indipendenza dal giogo britannico nel 1947 ed oggi, insieme con la Cina, è una delle protagoniste del land grabbing (letteralmente: rapina del suolo) nel continente africano, come scrivemmo nell’articolo Land grabbing e vergini dai candidi manti pubblicato su queste pagine il 29 novembre 2013 e leggibile qui.
In margine a questo articolo segnaliamo infine: Bruciati vivi due padroni di piantagioni in India, Dipendendenti inferociti per i mancati stipendi pubblicato il 26 dicembre 2012 da Lettera 43 e leggibile qui.

Alberto C. Steiner