L’India, il paese che esercita tuttora un incredibile appeal sui rottami del ’68, anche se costoro in quegli anni formidabili si pisciavano ancora nei pannolini o stavano decidendo se reincarnarsi o meno.
L’India, il paese della spiritualità, della meditazione, degli Ashram per occidentali, dei guru, dei maestri, degli illuminati e degli Swami Quacquarapanda.
Harrods, la catena di distribuzione del Regno Unito, ha tolto dagli scaffali alcuni marchi di tè e, tra questi, Lipton, Twining’s, Tetley e persino l’ecosolidalbiobau Rainforest Alliance, quello identificato con il logo della rana e che dovrebbe garantire condizioni produttive controllate.Come mai, si chiederanno i nostri piccoli lettori, specialmente quelli che ci accusano di parlare di india (minuscolo, errore di dirigibiritazione…) solo in riferimento ai trogloditi?
Un’inchiesta di Justin Rowlatt della BBC – leggibile qui sul sito dov’è pubblicato anche un interessante filmato – prova anzitutto l’abituale ricorso al lavoro minorile.
Ma, quel che – come se non bastasse – è ancora peggio è che questi marchi, dopo aver affermato pubblicamente che lavorano per migliorare le piantagioni di tè indiane, favoriscono in nome del profitto attività pericolose e in generale condizioni di lavoro disgustose e degradanti.
Abitazioni miserabili, servizi igienici disastrosi, massiccio ricorso ai pesticidi, stipendi così bassi da non garantire neppure un nutrimento sufficiente, nessun tipo di assistenza normativa o sanitaria, ricatti e sparizioni di chi aLza troppo la cresta per rivendicare i propri diritti.
Colpa delle multinazionali imperialiste, rasiste e fasiste? Sicuramente, specialmente da quando l’India ha conquistato l’indipendenza dal giogo britannico nel 1947 ed oggi, insieme con la Cina, è una delle protagoniste del land grabbing (letteralmente: rapina del suolo) nel continente africano, come scrivemmo nell’articolo Land grabbing e vergini dai candidi manti pubblicato su queste pagine il 29 novembre 2013 e leggibile qui.
In margine a questo articolo segnaliamo infine: Bruciati vivi due padroni di piantagioni in India, Dipendendenti inferociti per i mancati stipendi pubblicato il 26 dicembre 2012 da Lettera 43 e leggibile qui.
Alberto C. Steiner