Viaggiare in bici, e Co.Mo.Do.

Cesec - Bike Film FestivalTorna a Milano da 13 al 15 dicembre il BFF, Bike Film Festival, uno dei più importanti eventi culturali legati alla bicicletta capace, durante l’anno, di tenere desta l’attenzione in oltre quaranta città in ogni parte del mondo.
Quest’anno l’evento coinvolgerà il quartiere di Lambrate, uno dei più rappresentativi della città, un tempo sede di aziende di risonanza mondiale: Innocenti, Faema, Gondrand, Richard Ginori per citarne solo alcune ed ora, dopo anni di dismissioni e degrado, in corso di riqualificazione come polo del design. Una scelta legata proprio all’intento di reinterpretare le due ruote in una zona definita il simbolo della rinascita creativa del capoluogo lombardo, ricca di storia ma proiettata verso il futuro.
Il BFF non è solo cinema, pur avendo in programma la proiezione di ben 40 film tra corti e mediometraggi, ma un grande evento aperto a tutti, durante il quale sarà possibile visitare mostre ed area espositiva, assistere a performance ed esibizioni di bike polo, partecipare a laboratori per conoscere meglio il poliedrico mondo della bici, ascoltare musica e ballare nelle serate di venerdì 13 e sabato 15.
Al momento di pubblicare non sappiamo se siano previsti corsi di ri-educazione per ciclisti, in special modo con riferimento al rispetto dei pedoni sui marciapiedi.Cesec - Bikesharing MonzaContestualmente all’evento l’ultimo numero della rivista BC, dedicata al mondo delle due ruote, affronta un tema estremamente attuale: quello del lavoro, con un ampio servizio dedicato alle opportunità create dal successo della bicicletta nel settore del turismo, della logistica, della mobilità in generale.Cesec - Voghera-VarziNel frattempo, su altri fronti collaterali ma strettamente interconnessi, la politica si muove per sostenere la mobilità dolce: il 26 novembre scorso Co.Mo.Do., Confederazione di Associazioni per la Mobilità Dolce, ha presentato alla Camera dei Deputati un disegno di legge sulla tutela e la valorizzazione del patrimonio ferroviario italiano in abbandono, come primo passo di un iter finalizzato alla valorizzazione delle Ferrovie dismesse e dimenticate. L’obiettivo è quello di realizzare una rete di mobilità dolce. Da parte nostra confidiamo, come abbiamo avuto modo di affermare in diverse occasioni, che questo non significhi solo piste ciclabili, ma anche il recupero, dove possibile, di infrastrutture che con un ragionevole investimento possono tornare utili, non solo per svolgervi finalità ludiche, ma come strumento per la mobilità sociale. Altrimenti significherebbe solo l’ennesima manifestazione di quell’ecologismo da salotto, distante anni luce dalla realtà quotidiana e  che rende di sè un’immagine deleteria in puro stile: Maestà il popolo non ha pane! che mangino le brioches…integrali.
Di quest’immagine, chi prenderebbe volentieri il treno per recarsi a scuola o al lavoro ed è invece costretto ad utilizzare l’auto privata oppure autoservizi che scontano comunque i nefasti effetti del traffico veicolare, non sa che farsene.