Roma Termini, ore 23:00 di una sera qualsiasi: al binario 1 è pronto alla partenza l’Intercity Notte 764 che arriverà a Bolzano il mattino successivo alle 08:05 (qui un filmato della partenza da Roma).
Composto da cinque vetture a cuccette e da una con letti, fino a qualche mese fa era gremito da migranti e profughi che hanno una meta: la Germania. Oggi sono solo cinquanta, cento ogni volta.
Non sanno bene com’è la Germania, come funziona la domanda d’asilo, che leggi troveranno ad aspettarli, dove dormiranno. Eppure il loro obiettivo è un chiodo fisso.
Arrivano mentre Bolzano, circondata dai monti color muschio, è avvolta da una nebbiolina grigia e lattiginosa. Scendono dal treno lentamente, a piccoli gruppi, e vengono, letteralmente, presi per mano da persone di ogni età che indossano una pettorina azzurra con scritte in inglese ed arabo: sono i volontari dell’Associazione Volontarius Binario 1 che porgono loro spazzolini da denti, sapone, salviette rinfrescanti, biscotti, scatolette di tonno, pane, frutta e acqua, latte, caffè, the o li accompagnano nella piccola infermeria o presso il minuscolo magazzino che custodisce abiti.
La polizia osserva a distanza e lascia fare, specialmente da quando le Ferrovie hanno concesso all’associazione l’uso di alcuni locali.
Questi volontari sono gente comune, una maggioranza silenziosa che si ribella a chi semina odio e paura dai giornali e dalle poltrone dei talk show, che non si sente rappresentata dalla politica, ma che di fatto fa le veci dello stato. Fanno quello che è giusto, e lo fanno bene.
È un servizio di assistenza a tutti gli effetti, completamente finanziato da privati cittadini, testimoni di un’immensa e spontanea solidarietà che si sono organizzati in turni, arrivano con spesa, soldi, vestiti,medicine, giocattoli per i bambini.
I migranti più impazienti, dopo essersi rifocillati, tornano immediatamente sui binari: il regionale 20710 per Brennero parte alle 09:01; gli altri sostano alla stazione per qualche ora prima di ripartire.
Tutto qui, un fatto semplice, una notizia che non viene diffusa a livello nazionale perché potrebbe interferire con il marketing della paura e sulla quale, in chiusura, propongo questo breve filmato pubblicato su Youtube da Video33video.
Alberto C. Steiner