Non è stato nessuno. Trenord rigetta le responsabilità, affermandosi operatore di trasporto e quindi senza responsabilità in ordine alla gestione del territorio ed invitando anzi a non diffondere notizie prive di fondamento.
Si saranno abbattuti da soli perché volevano diventare mobili di pregio realizzati da qualche artigiano locale? Chissà.
Negli stessi articoli viene fatto notare come, se per la prima volta due diverse generazioni di attivisti per l’ambiente hanno collaborato insieme, i cittadini sono ormai incapaci di reagire, la coscienza collettiva sa ormai esprimersi solo attraverso i click sui social. E ci duole che chi si è preso la briga di scendere in paizza – o per meglio dire in stazione – abbia vergato documenti con toni molto diplomatici. Certo, è improntato al buonsenso scrivere: “Difendere gli alberi, proteggere la Terra, non significa porsi a favore di una parte, o schierarsi contro qualcuno, bensì mostrare a chiunque la straordinaria vitalità e bellezza delle nostre radici“. A nostro parere non è vero che non bisogna. Bisogna invece, eccome, perché bisogna scegliere da che parte stare.
Per non parlare di quella che hanno dei beni amministrati: non avendo più binari da smantellare per creare il deserto dove un tempo c’erano scali merci, rimaneva l’opportunità di abbattere gli alberi per restare nelle norme di sicurezza di un testo di legge assurdo e per evitare problemi di manutenzione del verde: “Effettivamente c’è una legge del 1980 che norma la sicurezza delle ferrovie. Ma se si dovesse applicare alla lettera si dovrebbero abbattere migliaia di alberi” afferma Roberto Albanese degli Ecocivici Verdi Europei di Monza e Brianza, aggiungendo: “In realtà in questo caso è venuto a mancare il buonsenso. O meglio, piuttosto che procedere alla manutenzione costante e a un progetto di riqualificazione coerente, si è preferito eliminare il problema con l’abbattimento degli alberi. Perché tagliare gli alberi costa meno che non mantenerli“.
Certo, andare a far presente a muso duro, sottovoce e senza troppi testimoni attorno a certi personaggi che sarebbe un vero peccato se il loro bambini dovessero piangere, aggiungendo perché non ci sono più gli alberi, è ovvio, costituirebbe un atteggiamento dai toni mafiosi che metterebbe allo stesso livello di questi parassiti. Purtroppo ai cittadini, a quelli perbene, non rimangono che l’espressione del voto e le denunce.
Così è, se vi pare. E intanto è come quando hanno ucciso l’Uomo Ragno: chi sia stato non si sa e nel frattempo si è risolto il problema buttando il bambino insieme con l’acqua.
Alberto C. Steiner
Gli articoli richiamati nel testo sono leggibili su Vorrei e su Lista per Biassono.