Zappare all’ombra dei palazzi: non più un’occupazione da pensionati ma un’attività finalizzata a riqualificare aree verdi urbane incentivando forme di aggregazione tra cittadini, fornendo occasioni di svago per il tempo libero, e scoprendo l’importanza e la salubrità del ritorno alle origini, per esempio consumando cibo locale e di stagione evitando così i costi, il dispendio energetico e le emissioni derivanti dai trasporti su lunghe distanze.
Una delle tecniche maggiormente in uso, alternativa alle costosissime serre, era costituita da muri sui quali arrampicavano piante disposte a spalliera. Durante il giorno i muri assorbivano luce e calore solare, che rilasciavano durante la notte, creando un microclima in grado di sviluppare una temperatura sino a 10° C superiore rispetto a quella dell’ambiente circostante.
Fu solo sul finire del XIX secolo che le serre si diffusero grazie al costo del vetro divenuto abbordabile e per merito di sistemi di riscaldamento artificiale efficaci e poco costosi.
(Sullo stesso argomento abbiamo scritto il 24 marzo 2015: Hortus Urbis. Ma anche su terrazzi e balconi è boom).
Alberto C. Steiner