CondiVivere significa anche vivere liberamente cultura e informazione per un’ecologia della mente e dell’anima.
Al di là delle attestazioni formali Internet è sempre meno libero, sempre più oggetto di censure e manipolazioni ed a propria volta manipolatore. Intendiamoci, Internet non è che un mezzo, gestito da esseri umani.
Questa è una delle ragioni per cui bisogna prendere sempre più con le pinze le notizie che vi vengono veicolate, spesso distorte e finalizzate a far vedere e credere il peggio, in ossequio a quel divide et impera che, con ci casca, funziona sempre.
Accade però che nascano iniziative degne di nota, oltre che di encomio. Parliamo di una di queste, riprendendo la notizia dal nostro sito partner Consulenza Finanziaria.
Usando la tecnologia della blockchain, Alexandria permette agli utenti di distribuire praticamente ogni sorta di media, – incluso video, musica, podcast, libri e progetti 3D-stampabili – su di un network di computer globale e incensurabile.
Parlando a Cointelegraph, il CEO di Blocktech Davon Read, ha spiegato: “Possiamo comparare Alexandria a Youtube oppure a Soundcloud, ma, grazie a diverse tecnologie peer-to-peer, la piattaforma non si appoggia a nessun server. Gli utenti possono pubblicare tutto ciò che vogliono, e hanno il pieno controllo di come vengono pubblicate le loro opere“.
Anche se Alexandria è promossa come piattaforma, bisogna sottolineare che il software Alexandria, non memorizza tecnicamente nessun contenuto, su nessun supporto digitale. Utilizza invece la blockchain per memorizzare e distribuire magnet links collegati al protocollo BitTorrent, popolare per il file-sharing peer-to-peer. Come tale, Alexandria è forse più comprensibile se descritta come una versione decentralizzata di siti torrent come Piratebay, ma con diverse funzionalità aggiuntive come lo streaming e le opzioni di pagamento integrate.
Il vantaggio maggiore di Alexandria rispetto ai normali siti di torrent è naturalmente l’assenza di server centrali, il che significa che il servizio non può essere chiuso o bloccato, come è invece avvenuto più e più volte con siti di questo genere. Finchè qualcuno farà mining sulla rete di Florincoin, Alexandria continuerà ad esistere.
Read aggiunge: “L’obiettivo era fondamentalmente quello di dare a tutti sul pianeta, il diritto alla libertà di parola. Non facendo passare leggi che possono essere abrogate, annacquate o semplicemente ignorate, ma creando un sistema direttamente sul web. Con Alexandria, un cittadino può condividere video sulla brutalità della polizia, un informatore può rilasciare prove di corruzione, un bambino prodigio può condividere la sua idea innovativa per la soluzione al riscaldamento globale, una vedova di guerra in Siria può condividere il suo documentario indipendente sulla vita in una zona di guerra e usare i proventi per aiutare a ricostruire il paese e Cody Wilson può condividere le sue armi da fuoco 3D stampabili, senza che nessuno possa censurarle.
Inoltre, Alexandria tenterà di sostituire i modelli attuali di monetizzazione, che molti creatori di contenuti utilizzano abitualmente su internet, con diverse forme di pagamento diretto da parte degli utenti. Attualmente Alexandria dà due opzioni: la possibilità di offrire mance opzionali ed un “pay-what-you-want”, ma il team sta pianificando per il futuro l’implementazione di diverse altre opzioni, come i micro-abbonamenti e un innovativo meccanismo di ‘copyright peer-to-peer’. Io personalmente odio la pubblicità sul Web, e in realtà non è molto efficace. Gli artisti fanno di questi tempi, meno di 1 dollaro da 1000 condivisioni dei loro contenuti. Pensiamo che micro tipping diretti e altre opzioni di pagamento basati sulle cryptocurrency possano fornire molto più valore agli artisti, ed una migliore esperienza per il pubblico“.
Read, non nega la possibilità di passare Alexandria su un’altra open blockchain, precisa però: “In questo momento, ha più senso per noi utilizzare Florincoin come nostro database e mi aspetto che questo continui ad essere la soluzione migliore per Alexandria nel lungo termine. Se dovesse però diventare evidente la necessità di cercare soluzioni migliori, quali potranno dimostrarsi le side chains o Ethereum, saremo disposti a cambiare i nostri piani“.
Alberto C. Steiner – Consulenza Finanziaria