Attenzione al pesce congelato!

Per la serie piccoli e grandi misteri svelati della grande distribuzione oggi voglio parlare di pesce congelato.
Mi riferisco a quello offerto nel settore self-service adiacente al reparto pescheria, in particolare dei centri commerciali. Anzitutto le varie paella, polipetti o seppie con piselli, bastoncini o impacchettamenti dalle forme strane: è bene starne alla larga perché gli ingredienti, pur leggibili nei fogli affissi all’interno degli esercizi, sono di dubbia quando non pessima qualità. E non solo non saremo mai in grado risalire alla catena originaria, ma neppure potremo conoscere le loro vicissitudini in materia di conservazione e trasporto.Cesec-CondiVivere 205.06.03 catena del freddo 001Il congelato, inoltre, è stato inventato per smerciare prodotti ittici prossimi al termine della cosiddetta shelf-life, letteralmente la vita di scaffale.
Se vengono acquistati per essere consumati immediatamente tutto bene, pur tacendo della qualità di determinati prodotti, per esempio dei gamberetti che nella migliore delle ipotesi vengono allevati in un liquame costituito da antibiotici, antialghe ed escrementi dei gamberetti stessi.
Se trascorre anche solo un’ora dall’acquisto e non si è usata la precauzione di una borsa termica inizia il processo di putrefazione, che particolarmente nel pesce è all’origine della proliferazione di microorganismi che possono essere addirittura letali.
A maggior ragione, stare alla larga dalle offerte.
E per chi pensa che io stia scherzando un esempio, uno per tutti, con una premessa: se credete che i prodotti ittici viaggino via nave o addirittura in aereo vi sbagliate. Non infrequentemente viaggiano su camion di trasportatori sottopagati, altrimenti il prezzo di vendita al banco non potrebbe essere remunerativo. Tre anni fa un autoarticolato di un’azienda di trasporto indiana (e, scusate per questa frase che sembra razzista ma riferisce solo la verità: gli indiani quanto a condizioni igieniche e di sicurezza fanno, semplicemente, cagare) che trasportava gamberetti provenienti da un allevamento dell’estremo oriente fu fermato, per problemi inerenti ai certificati di carico, alla frontiera iraniana in un momento in cui nonostante l’altitudine la temperatura esterna sforava i 30°. La sosta si protrasse per tre giorni. Neanche a pagarlo, un albero sotto cui parcheggiare… Dopo altri tre giorni il mezzo giunse finalmente al centro di smistamento sito in una città friulana dove il carico, previo mantenimento della catena del freddo, ovvero un procedimento che consiste nel raffreddare traumaticamente mediante immersione in un composto di azoto liquido ciò che sta per scongelarsi, venne prelevato e smistato per varie destinazioni. Finché giunse sui banchi vendita di località lombarde quali, e lo scrivo esclusivamente a titolo esemplificativo tanto chi vuol capire capisce, Novate Milanese, Vignate, Busnago e Bergamo.
Per chi volesse rompermi la uallara ho la targa del mezzo, nonché copia dei documenti di carico e dei certificati di ricongelamento.

Eudai