A passo d’asino, per andare lontano

Tra le attività ecosostenibili e sociali da inserire in quella che chiamiamo ormai la nostra cascina in provincia di Bergamo un posto di assoluto rilievo, insieme con l’agriasilo, è occupato dall’onoterapia, la pet-therapy effettuata utilizzando gli asini.Cesec CV 2014.07.30 A passo d'asino 002Abbiamo incontrato alcuni esponenti della Cooperativa Sociale Onlus A Passo d’Asino, formata da persone appassionate e competenti che operano in varie sedi: aziende agricole, scuole, parchi compreso quello di Monza offrendo interventi assistiti, trekking someggiato, ricerca e consulenza veterinaria, attiviutà per bambini, gruppi, singoli.
L’onoterapia riveste per noi un significato di particolare importanza per le sue componenti ecologiche, sostenibili e di condivisione nel rispetto degli animali.
L’asino è un animale accogliente, empatico ed affettuoso che ama il contatto fisico e la sua socievolezza e disponibilità lo rendono un animale dotato di notevoli capacità relazionali e l’attività di mediazione, ovvero pet-therapy, con gli asini può essere rivolta a tutte le persone di qualsiasi età, in buona salute o che presentino problematiche psicomotive, relazionali, affettive, cognitive, fisiche, organiche.
Il progetto A Passo d’Asino parte dal presupposto che l’asino ha in sé il passo come andatura naturale, un passo lento e sicuro col quale si muove verso obiettivi precisi.
Chiunque può affiancare un asino in cammino e anche le persone che vivono in situazioni di disagio avranno la possibilità di trovare nell’asino un amico a cui aggrapparsi: ciò significa procedere a passo d’asino e da qui ha origine il progetto.
Insieme con l’asino, compagno dell’uomo lungo la storia, la Cooperativa si pone come obiettivo l’essere a servizio della persona, offrendo attività che abbiano nel miglioramento della qualità della vita un comune denominatore.
L’asino non è da intendersi come strumento ma come protagonista, e prioritaria è la sua rivalutazione e tutela globale.Cesec CV 2014.07.30 A passo d'asino 003L’asino coinvolge la persona nella sua totalità fisica, cognitiva e psicologica. Mentre il cavallo reagisce alla sensazione di pericolo scappando, l’asino resta dove si trova trasmettendo sicurezza e tranquillità; per tale ragione è maggiormente indicato in situazioni che richiedono un intervento nella sfera emotivo-relazionale.
Sembra banale: l’asino ha il mantello e ciò consente di accarezzarlo trasmettendo e ricevendo sensazioni piacevoli; il tatto è legato alla dimensione emotiva, riportando ai momenti di intimità con la figura materna e concorre alla strutturazione dell’identità.
A differenza di altri animali usati per le TAA, Terapie Assistite con Animali, l’asino contiene, vale a dire che è sufficientemente dimensionato per offrire accoglienza e protezione; può essere abbracciato da terra e montato, inducendo rilassamento attraverso il contatto, ed è inoltre sufficientemente robusto per sopportare pesi in modo da accogliere e restituire accoglienza.
Infine l’asino è curioso, socievole, rispettoso e ciò lo rende adatto nei casi in cui il paziente non sopporti intrusioni nel proprio spazio vitale ed abbia bisogno di procedure di avvicinamento graduali e delicate.
Nel contempo l’asino cerca il contatto fisico, ha bisogno di essere in comunicazione emotiva con gli umani, di essere toccato e coccolato.
Per finire, quando un bambino ed un asino si incontrano nasce un legame speciale, difficile da spiegare a parole, ma così forte che sorprende tutte le volte. L’ennesima dimostrazione in tal senso si è avuta a Milano dal 7 all’11 luglio, quando dodici bambini si sono incontrati al Parco Nord per condividere esperienze e prendersi cura di Ledi, Guendalina ed Ulisse.Cesec CV 2014.07.30 A passo d'asino 001Ringraziamo Paolo Regis e Ilaria Raffa per il gradevole e proficuo incontro che abbiamo avuto presso la “nostra” cascina bergamasca come premessa alla prossima fattiva collaborazione.

Alberto C. Steiner

Polli con 4 cosce? Gina Lollobrigida li produceva nel 1968

Che la salvezza sia nell’utopia condita da humor, in questo caso nero,  perché permette di fluttuare sugli oceani della massificazione? Forse… e chissà che non costituisca addirittura un paradigma etico, in un contesto dove “la perversione sessuale costituisce l’unica via di fuga possibile” come afferma Giulio Questi: regista, scrittore, ex-partigiano, attore nel film La dolce vita e sceneggiatore Giulio Questi, bergamasco classe 1924, che nel 1968 diresse il film La morte ha fatto l’uovo.Cesec CV 2014.07.23 La morte ha fatto l'uovo 001Un dramma noir stupefacente, a suo tempo pesantemente censurato  e successivamente dimenticato, incentrato sulla figura dei protagonisti: Anna e Marco. Lei una navigata e conturbante Gina Lollobrigida, ricca imprenditrice nel settore del pollame e lui, un complesso Jean Louis Trintignant, di qualche anno più giovane, dirigente d’azienda con il vizietto di inscenare a pagamento l’accoltellamento di prostitute.
La coppia, apparentemente felice, vive in una sontuosa villa ospitando la bella e giovane cugina di lei: Gabri, interpretata da Ewa Aulin, che naturalmente ha una relazione con Marco e, contemporaneamente, con un consulente pubblicitario dal gusto tamarro fissato con l’idea di far fuori la ricca imprenditrice ed il marito per mettere le mani sull’azienda. Ma le cose non andranno esattamente come preventivato…
Nel complesso un ottimo thriller psicologico, con atmosfere degne del miglior Dario Argento, agghiacciante nel proporre situazioni folli ed inserito nell’Italia del boom, post-moderna, impersonale e alienata. Architetture futuristiche in vetro e acciaio, motel automatizzati, l’azienda di polli un mostro metallico senza più operai rendono l’immagine di in un mondo psicotico e straniante dove si consumano orrori personali: la follia è nelle macchine ma la mano è quella dell’uomo con tutto il campionario di debolezze, perversioni, regressioni, repressioni e vizi.
Perché parliamo di questo film dimenticato? Perché le macchine che macinano e distribuiscono mangine, i rulli che conducono le uova, migliaia e migliaia di galline che becchettano rumorose e ritmiche in mangiatoie di metallo tenute costantemente sveglie da una stimolazione musicale a ritmo di Samba portano direttamente al laboratorio dove chimica e genetica sono al servizio del profitto creando polli con quattro cosce e mangimi alterati nella loro composizione genetica. A nostro avviso solo un genio poteva parlare di OGM mezzo secolo fa.
In un’intervista il regista Questi affermò: “Erano gli anni del boom economico, l’industrializzazione era una marea montante che travolgeva tutto, un inno al futuro, un frenetico impacchettamento di prodotti, senza distinzione tra inanimato e animato. I prodotti ancora vivi gridavano di terrore e di dolore. I grandi allevamenti di polli ne erano un simbolo. Ogni pollo era un uomo, ogni gallina una donna, ogni pulcino un bambino. Su di loro si costruiva la ricchezza. E su tutto trionfava l’uovo, bianco, liscio, perfetto, con la vita chiusa dentro. La perversione sessuale rimaneva l’unica via di fuga possibile“.
La scena finale costituisce a nostro avviso un cult e un monito: Jean Luis Trintignant scivola nel tritacarne che serve a preparare il becchime, ed i suoi resti sbriciolati vengono mangiati dalle galline.
Fine del film: pipì, caffè, sigaretta e brivido lungo la strada di casa, presi dalla consapevolezza che oggi ci siamo. Oggi è così che funziona.

Anima in Cammino

Tra tanti fiori di lillà la bellezza riscopre la tradizione

Cesec CV 2014.07.11 Cosmesi 1Dopo l’apoteosi chimica che ha contrassegnato gli anni Ottanta e Novanta la bellezza si scopre green friendly. Fosse anche solo per opportunitstiche scelte di marketing, resta il fatto che spa a km zero, creme al tarassaco, alla salvia o alla calendula, vacanze relax in campagna stanno trovando uno spazio sempre più ampio nel settore cosmetico.
La bellezza riscopre la tradizione e i numeri delle vendite, non solo nelle erboristerie, dimostrano come sempre più spesso i clienti si orientino verso la Natura.
E non è solo il retail a dirlo, ma anche la sempre maggiore richiesta di soggiorni o anche solo di sessioni gionaliere, in campagna che, convenientemente attrezzata, torna ad essere un luogo privilegiato in cui ritrovare benessere ed equilibrio regalandosi ritmi rallentati ed appagando vista, odorato e voglia di farsi coccolare.Cesec CV 2014.07.11 Cosmesi 3Del resto i dati di Coldiretti parlano chiaro: 12 miliardi di euro spesi nel 2013 per il turismo ecologico, che nel nostro Paese offre 871 aree protette ed oltre 20.500 agriturismi, pur considerando la falcidia che lo scorso anno ne ha visti chiudere ben il 22 per cento: ma non si trattava di agriturismi, bensì poco più che di osterie di campagna, senza o con poca terra sulla quale non producevano nulla e che non avevano saputo o voluto rinnovarsi con offerte accattivanti.
L’approccio verde che oggi nella cosmetica si incontra sempre più spesso non è solo una modo, ma un preciso orientamento di consumo mutuato da una sempre più diffusa consapevolezza che i prodotti naturali sono migliori rispetto a quelli di sintesi chimica.pure drops of waterErbe officinali, aloe, olio di oliva, lavanda, l’immancabile salvia, tarassaco oltre a fieno, cortecce, radici e prodotti a base di vino, nel quale si può anche fare un bagno dalle incredibili proprietà costituiscono ormai un must irrinunciabile per chi voglia offrire un trattamento di qualità ai propri ospiti.
E’ quello che accadrà anche nella nostra cascina, nel silenzio dei campi a meno di un’ora da Milano.

Anima in Cammino

In Lombardia non si bonificherà più il territorio. Ope legis.

Solamente il quotidiano La Repubblica ha dato risalto, in un articolo pubblicato ieri, alla nuova legge regionale lombarda che, nell’ambito del governo del territorio consentirebbe disboscamenti selvaggi senza più obbligo di compensazione. Per il resto, dal Corriere della Serva al Geniale tutto tace, anche se il condizionale s’impone poiché non abbiamo ancora avuto modo di leggere il provvedimento sul B.U.R.L. e sappiamo quanto i giornali siano pressapochisti pur di fare notizia.
Il quotidiano riporta l’affermazione del prsidente regionale di Legambiente, che definisce il provedimento un regalo ai costruttori, e quella del consigliere regionale Carlo Malvezzi, NCD, che afferma: “E’ stato tolto un inutile balzello che frenava la crescita delle imprese” al quale fa da spalla Francesco Dotti, FDI, rimarcando come la nuova disposizione sia: “Un provvedimento importante per far ripartire l’economia“.Bosco lombardo, da: ilsostenibile.itNon entriamo nel merito di cultura, consapevolezza e lucidità mentale di chi avrebbere pronunciato siffatte affermazioni, ma ci sia permessa una breve chiosa prima di affrontare l’argomento che ci preme: operando nel settore, sul regalo ai costruttori abbiamo qualche riserva. Il tessuto imprenditoriale lombardo, nel comparto, è massimamente rappresentato da piccole imprese, spesso artigiane, che non sono quelle in grado di costruire mostri firmati da architetti di grido, finanziati dalle banche e che saranno rivenduti ad altre banche, e che rimarranno pressoché inabitati. I costruttori minori sono quelli che oggi hanno il respiro corto, con le banche che non li finanziano più, con i prezzi delle case scesi del 40 per cento. Sono quelli che ormai si propongono su Bakeca, e persino con bigliettini a strappo affissi alle fermate del tram, per rifare il bagno, pavimentare e persino imbiancare. Non è certamente a loro che è stato fatto il regalo.Oscenità urbane, da: milanofotografo.itPer quanto devastante sia la possibilità di abbattere alberi trentannali in montagna, e quindicennali in pianura, senza obbligo di compensazione, e per quanto folle sia l’apertura a gare di motocross ed escursioni in fuoristrada, a noi preme verificare ben altro aspetto. Già oggetto di un provvedimento legislativo, pare si annidi anche nelle pieghe di quello in argomento: una vera e propria agevolazione per quanto attiene alla bonifica dei suoli contaminati, d’ora in avanti lasciata alla facoltà di chi ne ha interesse, con mezzi a propria discrezione e presentazione finale di apposito certificato all’Arpa che si riserverà di verificare.
Una norma del genere, in sostituzione di quelle esistenti, per quanto lacunose, lascerebbe spazio al riuso di terreni contaminati, senza nessun controllo, con le immaginabili conseguenze.
Se così fosse non di agevolazione si tratterebbe, ma di licenza di uccidere. Questo è quanto ci preme verificare e, se del caso, contrastare.

Alberto C. Steiner

Solo attraverso profondi cambiamenti individuali il nostro Paese potrà rinascere

Stiamo vivendo un momento assolutamente particolare, forse unico: c’è chi dedica le proprie energie a diffondere una cultura delle regole, chi si impegna nella difesa dell’ambiente, chi si mobilita nel volontariato, chi affronta la fatica di un periodo di lavoro o di studio all’estero o semplicemente impara una lingua straniera in più, magari il cinese, il russo, l’arabo.CC 2014.04.30 Rinascere 001Nel segno di un’Energia nuova e pulita sono tante le riforme dal basso che ciascuno di noi può avviare da subito, e costituiscono un antidoto alla lagnanza, alla rassegnazione, al senso di impotenza che non è mai nelle cose ma dentro di noi. Sono quell’impotenza, quella rassegnazione che respiriamo oggi in Italia nell’attesa sempre delusa di grandi cambiamenti, svolte, catarsi collettive, rinascite nazionali. Che dovrebbe essere sempre qualcun altro ad attuare.
Questo aticolo nasce sulla scia di interessanti scritti pubblicati recentemente dal sito partner Consulenza-Finanziaria.it argomentando di competitività estera e di malcostume delle aziende nostrane, oltre che di gestione del credito bancario.
Iniziamo accennando al tanto vituperato cuneo fiscale che fa occupare al nostro Paese un posto niente affatto invidiabile nella classifica Ocse ma che, senza entrare nella disamina dei numeri – per quella basta leggere i siti del Sole 24 Ore e dell’Istat – è comunque inferiore a quelli tedeschi o francesi. Pertanto se Germania e Francia sono più competitive dell’Italia sui mercati mondiali non è certamente in ragione delle tasse sul lavoro.
Non a caso tiriamo in ballo la Germania, oggi da noi nuovamente nel mirino di una propaganda strumentale, che non esitiamo a definire sconcia, tendente a spostare l’attenzione dai problemi veri per raccattare voti nell’imminenza delle elezioni europee.
Per comprendere da dove deriva la minore competitività del nostro Paese rispetto ai due concorrenti bisogna considerare i dati della produttività per addetto, e prima di tutto nelle aziende manifatturiere, cioè quelle globali per definizione. Qui i dati parlano da soli: la produttività manifatturiera per occupato è pressoché identica in Germania e Francia ed è vicina ai 65mila euro. In Italia è pari a 48mila, inferiore di circa un quarto.ALSTOM TRANSPORT CORADIA MERIDIAN FITTING IN SAVIGLIANI , ITALYE la differenza non dipende dal fatto che i francesi sono bravi a fare treni e tram ed i tedeschi auto e frigoriferi, beni a tecnologia intermedia o elevata, e gli italiani lo sono a fare scarpe e cravatte, cioè beni tecnologicamente semplici.KL Cesec CV 2014.04.30 Consapevolezza e cambiamento 003KL Cesec CV 2014.04.30 Consapevolezza e cambiamento 002Se osserviamo attentamente l’intero settore manifatturiero ci accorgiamo che le produttività tedesca e francese sono quasi sempre più elevate rispetto alla nostra, per esempio in uno dei settori tipici del Made in Italy: tessile, abbigliamento e calzature, tradizionalmente considerato a più bassa produttività rispetto alla media economica europea. Ma in Germania e Francia la produttività annua per occupato è pari rispettivamente a 43 e 46mila euro, mentre da noi siamo a 33mila. Quindi inferiore del 25% circa. Come nel resto dell’economia.
Questa premessa per dire che, visto dal nostro Paese, il mondo appare immenso e fa paura. E’ un mondo che sta cambiando a velocità inaudita, nel quale sono entrati di prepotenza nuovi protagonisti ben più grandi di noi, dove antichi equilibri si sono alterati, gerarchie di potere improvvisamente stravolte, in cui nuovi pericoli incombono, mentre sfide e problemi mai incontrati prima chiedono una soluzione.
E’ già accaduto che per provincialismo, miopia e furbizia dei nostri attori politici ed imprenditoriali l’Italia sia arrivata impreparata di fronte a grandi svolte, perdendo tempo prezioso, e sta per accadere di nuovo: se non saremo pronti ad intuire gli scenari del futuro, se non sapremo valutare la direzione del cambiamento nelle tendenze di lungo periodo, rischieremo di prendere una volta di più le decisioni sbagliate.KL Cesec CV 2014.04.30 Consapevolezza e cambiamento 004Tanto è vero che invasione è la parola più usata dagli attuali predicatori dell’Apocalisse prossima ventura: invasione di immigrati clandestini, di prodotti cinesi, di capitali stranieri che ci colonizzano. E non ci accorgiamo che tutto ciò che temiamo è in realtà già accaduto.
Sia chiaro, di fronte ad ogni cambiamento la paura è legittima perché le grandi novità spaventano, possono nascondere delle incognite e il riflesso più spontaneo è difendersi. O negare il cambiamento.
Ma qual è esattamente la natura dei pericoli che ci minacciano? E qual è il modo per difenderci attaccando, per vincere la sfida senza accontentarci semplicemente di limitare i danni?
Imprenditori illuminati (ne esistono anche da noi) ed osservatori dell’Impero di Cindia possono tentare di rispondere a queste domande offrendoci punti di vista nuovi e in un certo senso rivoluzionari: le scelte da fare non riguardano solo governi, classi imprenditoriali e dirigenti.
Riguardano prima di tutto la vita quotidiana di ciascuno di noi, che inevitabilmente si ripercuote nelle famiglie e nelle imprese, di qualunque dimensione esse siano.
Siamo noi che, con maturata consapevolezza, impegno civile, consumi responsabili, andiamo in cerca, anzi costruiamo, il nostro futuro. Detto in altri termini: è solo attraverso una profonda revisione dei nostri modelli produttivi, di consumo, sociali che possiamo agire per scuotere i sistemi politico e produttivo.
Ma se continuiamo a lamentarci attribuendo a chicchessia la responsabilità dei nostri fallimenti e del nostro non andare avanti, non solo resteremo al palo, ma inevitabilmente ci attende una regressione: economica, sociale, delle coscienze.
Non ci sono alternative: o ci risvegliamo da quello che alcuni hanno definito sonno verticale, aprendoci ad un mondo nuovo, dove il punto di riferimento non è più il pil bensì la decrescita più o meno felice, un nuovo approccio alla qualità della vita, o saremo già morti senza saperlo.KL Cesc CV 2014.04.30 Consapevolezza e cambiamento 005Ed i cimiteri che potremo visitare saranno alla portata di chiunque avrà occhi per vedere e cuore per sentire: autobus e metropolitane, centri commerciali, le strade dove passeggeranno torme di zombies.
Dall’insieme delle decisioni individuali, decentrate, che ciascuno di noi compie ogni giorno possono nascere gli innumerevoli stimoli che possono spingere il nostro Paese all’ormai indifferibile cambiamento.

Alberto C. Steiner

Parco delle Cascine: un sogno grande 10 milioni di metri quadri

Parliamo, com’è nostro costume, di una storia minore ma non per questo meno importante sotto il profilo di quella maturata consapevolezza che porta un numero sempre maggiore di cittadini a volersi riappropriare del territorio e conseguentemente della storia e dell’identità locali.
Dopo numerosi rinvii si è finalmente tenuto il 10 aprile il convegno dedicato al Grande Parco Martesana, rilanciando un progetto risalente all’anno 2008 finalizzato a creare un ambito protetto sotto il profilo ambientale che potrebbe sorgere dalla fusione del Parco delle Cascine di Pioltello con il Parco Cave Est di Brugherio, Carugate, Cernusco sul Naviglio, Cologno Monzese e Vimodrone: 10 milioni di metri quadri di verde agricolo, per il benessere e la salute dei cittadini della Martesana.KL Cesec CV 2014.04.23 Parco Martesana 001Cliccando su questa scritta è possibile visionare il video della durata di oltre 40′ sul futuro Grande Parco della Martesana, girato da appassionati tra i quali Marcello Moriondo, autore delle riprese, il Comitato Antinquinamento di Pioltello ed il Gruppo Arcieri Biancamano.
Ai lavori hanno partecipato Paolo Micheli, consigliere regionale del Patto Civico, Giordano Marchetti, assessore al territorio del Comune di Cernusco, Fabiano Gorla della Lista per Pioltello, Roberto Codazzi di Vivere Cernusco e Giuseppe Bottasini candidato sindaco di Pioltello con la moderazione di Ivonne Cosciotti di Vivere Pioltello.KL Cesec CV 2014.04.23 Parco Martesana 002La storia del parco inizia da lontano, esattamente dal 1983, quando il Parco delle Cascine inizia ad essere sottoposto ad aggressioni speculative che tentano di renderlo fruttuoso non con i frutti della terra bensì con quelli avvelenati del cemento, in piena contraddizione con la presenza di attività agricole e di allevamento anche di eccellenza.
Purtroppo qualche conseguenza non è mancata, particolarmente nel comuni di Segrate e Vimodrone, dove è stata cancellata ogni superficie agricola con l’abbandono e la successiva distruzione di buona parte delle cascine in previsione di volumetrie edificatorie, senza trascurare la devastazione operata dall’insediamento di gruppi di Rom con il conseguente abbattimento delle cascine Vallota e Bareggiate, quest’ultima ufficialmente distrutta da un incendio originato da un fornello acceso dai nomadi che la occupavano abusivamente, ma tollerati in quanto rappresentanti di quella cultura altra tanto cara a certi buonisti e politici.KL Cesec Cv 2014.04.23 Parco Martesana 003Il Parco delle Cascine confina a Nord, per un breve tratto nel territorio vimodronese con il Parco delle Cave Est, esteso su Brugherio, Carugate, Cernusco sul Naviglio e Cologno Monzese. Entrambi i parchi sono riconosciuti dalla Provincia come PLIS, Parchi Locali di Interesse Sovracomunale ed in entrambi è tuttora presente una significativa attività agricola. In particolare l’area pioltellese, di forma quadrata, estesa su 200 ettari e non attraversata da strade, è particolarmente pregiata dal punto di vista naturalistico. Le aree insistenti negli altri Comuni sono più frammentate ma complessivamente si estendono per 800 ettari. Fondendolo le due realtà quetse dipenderebbero da ben cinque amministrazioni comunali, alle quali dovrebbe essere sottoposta qualsiasi eventuale proposta di variazione dell’utilizzo  e sarebbe pertanto meno agevole stravolgerne la vocazione agricola e naturalistica.KL Cesec CV 2014.04.23 Parco Martesana 004Come è stato ricordato nel corso del convegno, i PLIS non nascono da una decisione statale o regionale, bensì dalla volontà della comunità locale di salvaguardare le proprie aree verdi ed agricole aggregandole a quelle dei vicini. Esattamente ciò che si propongono i promotori dell’unificazione dei due parchi.
Le tipologie di alberi che compongono i boschi inseriti nei due parchi sono quelle tipiche del nostro territorio: farnie e carpini bianchi, tigli selvatici e ciliegi, olmi campestri e rovere, meli selvatici e peri, gelsi bianchi e neri che tanta parte hanno avuto nella nostra storia anche economica per l’allevamento dei bachi da seta, pioppi nero e salici bianchi oltre a svariate tipologie di arbusti, il tutto a comporre una vegetazione forestale che riproduca ciò che era presente un tempo in vaste aree della Regio Insubrica.martesanaAd oggi il parco agricolo è stato finalmente bonificato in modo da poter tornare ad essere coltivato, grazie ad una convenzione con alcuni operatori agricoli che rende l’area facilmente e tranquillamente fruibile e quotidianamente percorsa da trattori e carri agricoli all’opera. Un bel colpo d’occhio lo si ottiene attraversando il nuovo ponte ciclopedonale sulla Statale 11 Padana nei pressi del supermercato Esselunga di Pioltello, di fronte al quale è tra l’altro sorto un gattile nato dalla passione di un pensionato. Ed è molto piacevole vedere come i cittadini si stiano riappropriando del Parco prendendo la buona abitudine di farci un giro in bicicletta o a piedi, rispettando la natura ed il lavoro dei contadini.KL Cesec CV 2014.04.23 Tram Bergamo-Albino 001E per finire, giusto per non lasciare il futuro parco ed il suo vasto territorio di riferimento alla mercè di una mobilità insostenibile, si potrebbe anche ipotizzare una tramvia che dall’aeroporto di Linate colleghi la stazione della metropolitana di Cernusco ed eventualmente quella di Cologno Nord attraverso l’Idroscalo e San Felice, Pioltello e la sua stazione ferroviaria che sta assumendo sempre maggiore importanza, da realizzare sull’esempio di quella che collega Bergamo con Albino.

Malleus

22 aprile, Giornata della Terra

Accendiamo il pc e sulla pagina iniziale il doodle di Google ci ricorda, con il suo grazioso colibrì rosso animato, che oggi è la Giornata Mondiale della Terra.KL Cesec CV 2014.04.22 Giornata della Terra 001E’ un attimo, e a quello del colibrì si susseguono i disegni animati di una medusa quadrifoglio, un macaco giapponese, un camaleonte velato, un pesce palla ed infine uno scarabeo.
Quest’ultimo è sicuramente uno degli animali più misteriosi della storia, da sempre legato a simbologie esoteriche nonché apprezzato ornamento sulla cui forma si sono modellati numerosi gioielli in metalli preziosi e gemme. Ma lo scarabeo costituisce altresì un anello fondamentale nella perpetuazione dell’ecosistema.
Ed è da questa evidenza che probabilmente origina la scelta di Google di dedicare anche al simpatico animaletto il proprio logo animato.
Oggi, 22 aprile, è la Giornata della Terra, istituita il 22 aprile 1970, esattamente un mese e due giorni dopo l’equinozio di primavera, per sensibilizzare il mondo ai problemi della fame, dello sviluppo sostenibile, dell’inquinamento.
La celebrazione intende coinvolgere più nazioni possibili, oggi sono esattamente 175, per sottolineare la necessità della conservazione delle risorse naturali della Terra. Dall’originario movimento universitario, la Giornata è divenuta nel tempo un avvenimento educativo ed informativo, utilizzato da gruppi ecologisti come opportunità per valutare le problematiche del pianeta: dall’inquinamento di aria, acqua e suolo alla distruzione dell’ecosistema, dall’esaurimento delle risorse non rinnovabili alle migliaia di specie vegetali ed animali che scompaiono.KL Cesec CV 2014.04.22 Giornata della Terra 002Un esempio macroscopico di tale devastazione lo possiamo vedere in Cina, dove l’inquinamento è diventato talmente insostenibile da determinare l’invivibilità delle aree inquinate (notizia di qualche settimana fa: a Pechino alcune fabbriche hanno dovuto chiudere perché l’eccessivo inquinamento dell’aria impediva fisicamente il lavoro) ma addirittura influenza tutto il Pianeta.
Ed il nostro Paese non può certamente chiamarsi fuori da tali problematiche, a partire dal dissesto idrogeologico originato dalla devastazione, dall’incuria e dall’abbandono del territorio, in particolare di quello montano. Per tale ragione è nata Earth Day Italia, l’organizzazione italiana impegnata a promuovere l’Earth Day e le sue finalità sul territorio nazionale, favorendo lo sviluppo di progetti ed iniziative utilizzando, per esempio, il linguaggio dell’arte come moltiplicatore della sensibilità ambientale, ovvero dando voce e forza al mondo scientifico, istituzionale, delle imprese e della società civile per promuovere innovazione tecnologica e cambiamento culturale.KL Cesec CV 2014.04.22 Giornata della Terra 003Celebriamo dunque questa giornata, con spirito gioioso ma non come una festa, bensì come un momento di riflessione e impegno: ne va, letteralmente, della nostra vita e della sua qualità.

Cesec, Centro Studi ed Esperienze di Consapevolezza

Gestire un’area agro-forestale: un’opportunità di lavoro in Natura

Tramite l’Università della Montagna di Edolo apprendiamo di un’interessante iniziativa promossa da ERSAF Lombardia: l’Ente intende procedere mediante asta pubblica alla concessione dell’area agro-forestale demaniale Montanarium, con annesso Centro Visite della Riserva del Giovetto di Paline, situata nel comune di Borno, in Valcamonica.KL Cesec CV 2014.04.18 Montanarium 001L’area consta di 2,6 ettari di terreno boschivo e comprende le pertinenze del Centro Visite per complessivi 140 mq e la durata della concessione è stabilita in cinque anni con scadenza il 10 novembre 2018.KL Cesec CV 2014.04.18 Montanarium 002Con tale atto ERSAF intende perseguire le finalità della messa a coltura delle aree agro-forestali del Montanarium anche per finalità ecomuseali, la valorizzazione delle produzioni tipiche locali anche attraverso collaborazioni con le aziende agricole del territorio, nonché la promozione di una cultura agroambientale, oltre che aprire al pubblico il Montanarium gestendo il centro visite della Riserva attraverso iniziative promozionali specifiche: laboratori, mostre, feste in collaborazione con il territorio.KL Cesec Cv 2014.04.18 Montanarium 003E’ interessante il fatto che siano ammessi a partecipare alla gara giovani in età compresa fra 18 e 40 anni che:

  • Abbiano esercitato, per almeno 2 anni, attività agricola in un’impresa agricola come coadiuvante familiare o lavoratore agricolo;
    Abbiano conseguito un diploma di scuola media superiore, di istituto professionale o di centro di formazione professionale nel campo agrario o una laurea nel campo agrario, veterinario, delle scienze naturali, biologiche, ambientali;
    Possiedano una formazione professionale specifica di almeno 3 anni.

Ai partecipanti è richiesta la presentazione di un piano di gestione pluriennale e la base economica di riferimento a base d’asta è di soli 300 Euro. La scadenza del bando è fissata per le ore 12 del 16 maggio prossimo. Per informazioni e per scaricare il bando e le altre comunicazioni relative visitare il sito dell’Ersaf Lombardia.

Malleus

Table: siamo ciò che mangiavamo

Cosa mangiavano i nostri antenati? Cosa mangiamo noi e, attraverso l’apparentemente semplice atto del mangiare, chi siamo? Ce lo racconta Table, una mostra, anzi una grande installazione artistica, realizzata dall’Assessorato alle Politiche Culturali in collaborazione con Wood*ing che dal 12 aprile all’8 giugno occuperà la sala esposizioni dell’Arengario di Monza.KL Cesec CV 2014.04.08 Table 001Spreco alimentare, agricoltura familiare, migliori pratiche di nutrizione e biodiversità saranno i temi affrontati.
L’ingresso è gratuito, come i numerosi laboratori esperienziali a tema. Ne elenchiamo alcuni fra i più interessanti: Dal seme al pane, laboratorio di panificazione artigianale con lievito madre per bambini a partire dai 6 anni; Piante spontanee in cucina, per imparare ad apprezzare e cucinare quello che la natura ci offre stagionalmente; Annusiamo! laboratorio sensoriale sulle erbe per bambini a partire dai 3 anni; La cucina sostenibile, per imparare ad utilizzare in cucina scarti di frutta e verdura; Tisane, balsami e oleoliti, per imparare l’uso delle piante aromatiche e officinali per il benessere personale. Sono previste inoltre visite guidate a cascine della zona.KL Cesec CV 2014.04.08 Table 002Wood*ing nasce dalle  passioni di Valeria Margherita Mosca: la natura, l’esplorazione e il cibo attraverso l’indagine delle biodiversità e le mutevoli caratteristiche del territorio.
Valeria ha scelto di vivere tra montagne e boschi per avere la possibilità di studiare la natura e le sue infinite possibilità in materia di scienze alimurgiche, etnobotanica e tradizioni. Riconoscendo la l’etnogeografia  come fondamento gastronomico raccoglie con rispetto ciò che è disponibile stagionalmente, esplorando così il nostro ambiente commestibile e le materie prime spontanee della nostra regione.KL Cesec CV 2014.04.08 Table 003Indagando le potenzialità nutrizionali e organolettiche, i metodi di raccolta e d’uso, di cottura e di conservazione include nel suo ambito d’interesse anche i prodotti artigianali che ci parlano della storia culinaria della nostra terra e dei metodi di lavorazione nei tempi passati. Attraverso ingredienti semplici, freschi e spontanei, si generano così sapori che parlano delle nostre origini e del nostro ambiente, creando non solo un concetto di cucina ma anche un vero e proprio modo d’essere nuovo, che ci collega a questo luogo e al nostro tempo.

Anima in Cammino

A scuola di orto, a Cernusco sul Naviglio

L’attenzione alla produzione alimentare a km zero ha portato alla nascita ed allo stabilizzarsi di manifestazioni locali, veri e propri mercatini di quartiere aperti al pubblico che vi può acquistare frutta, verdura, latticini, salumi commercializzati da produttori locali. Questi mercati si sono sempre più diffusi su tutto il territorio nazionale, e costituiscono un fenomeno di costume oltre che il segnale di una ritrovata consapevolezza al riguardo di un bisogno di natura e salute sotto il profilo alimentare. Secondo un censimento effettuato da Biobank, Federconsumatori e Coldiretti le aziende agricole bio lombarde che partecipano regolarmente a tali manifestazioni sarebbero 1.188: 237 con sede nella provincia di Milano, 37 di Monza e Brianza, 49 lecchesi e 62 comasche, 54 varesine e 42 della provincia di Sondrio e infine ben 255 bresciane, 290 pavesi e 162 mantovane. Non siamo riusciti a reperire dati dalla provincia di Lodi.KL Cesec CV 2014.03.10 Corbari 005A Milano, a parte la Cascina Cuccagna di Porta Romana, vero e proprio capostipite dei mercati bio, quelli storici sono il Verzierebio del sabato al quartiere Isola e il Mangiasano in Piazza Gramsci, ai quali recentemente se ne sono aggiunti altri dal carattere più o meno estemporaneo in varie zone cittadine; alcuni incontrano il favore del pubblico e si trasformano ben presto in incontri più o meno stabili, come per esempio quello che ha luogo una domenica al mese presso la Fabbrica del Vapore nell’area lasciata libera da un noto teatro che ha ritrovato la propria sede definitiva.
Anche in altre località dove la consapevolezza ecologista e l’attenzione al biologico non sono mai state particolarmente marcate si assiste ad un risveglio, per esempio a Monza dove ogni quarta domenica ha luogo il Mercatino del Biologico in piazza Duomo, inficiato però dalla presenza di emanazioni degli incombenti padroni di casa virtuali: volontari ed attivisti parrocchiali che propongono torte fatte in casa e ciarpame vario proveniente dallo svuotamento di soffitte e cantine con l’intento di raccogliere fondi, e ciò non contribuisce a fugare quell’atmosfera fumosa e mistificatoria che, per esempio nell’ambito finanziario, ancora oggi fa confondere la finanza etica con quella caritativa ed assistenziale.
Ben diversa invece l’aria che si respira, sempre a Monza, tra le bancarelle che ogni due settimane allegramente invadono la piazza del Carrobiolo, dove ha sede un convento i cui frati da qualche anno producono Fermentum, una birra bio eccezionalmente buona e che oltre a frutta, verdura, salumi e formaggi comprende anche manufatti quali tessuti ed abiti realizzati con filati e pigmenti naturali. Gli espositori non sono tutti a km zero: alcuni di essi provengono dalla Valtellina ed uno, che propone rimedi naturali ricavati da erbe, fiori e radici, addirittura dai colli piacentini.KL Cesec CV 2014.03.10 Corbari 003In altre realtà i mercati bio vengono spesso utilizzati per attrarre turisti, come quelli sul Lario a Como, Lecco, Bellagio o sul Garda a Gardone, Desenzano, Toscolano, Moniga, Sirmione, Salò.
Ma sta assumendo i contorni di un vero fenomeno sociale la spesa fatta direttamente in cascina: naturalmente non vi si trovano ananas o banane ma i prodotti locali secondo la rotazione stagionale.
Limitandoci alle verdure, in quanto Padani parliamo di ciò che troviamo dalle nostre parti, lieti di ricevere informazioni da parte di lettori residenti in altre aree geografiche. A marzo si inizia con le lattughe che ci accompagneranno fino all’autunno e con le diverse insalatine, e non è infrequente trovare quella vera e propria medicina che è il tarassaco, e poi spinaci, rucola, ravanelli, cicorino, catalogna, asparagi. In aprile e maggio la disponibilità riguarda zucchine, biete, piselli, fagiolini mentre a giugno, insieme con le prime patate novelle, arrivano pomodori, peperoni, melanzane, borlotti. E settembre é una vera esplosione di prodotti, con i primi radicchi, le zucche, i cavoli, i broccoli, le rape, le cime e così via fino all’autunno inoltrato in cui ai pomodori o melanzane si sostituiscono i finocchi, di nuovo gli spinaci, la valerianella, le coste, i cavolfiori, tutti i radicchi.KL Cesec CV 2014.03.10 Corbari 002I produttori più attenti danno inoltre ampio spazio in tutte le stagioni alle erbe selvatiche: ortiche, farinaccio, borsa del pastore, cecerbe, luppolo, rafanistro, rosolaccio, piantaggine e alle aromatiche: rosmarino, menta, basilico, salvia, lavanda, timo e ginepro dove le condizioni climatiche e l’altitudine lo consentono.
Ma un dato interessante emerge dall’ultimo censimento effettuato  congiuntamente da Istat, Federconsorzi e Coldiretti: cala il numero di aziende agricole ma aumenta la loro dimensione media. La conduzione familiare resta prevalente, ma si rafforzano forme più flessibili di gestione fondiaria mentre, pur nell’ambito di una riduzione della forza lavoro, cresce la manodopera salariata secondo un concetto di agricoltura sempre più professionale e imprenditoriale. Le aziende agricole e zootecniche attive in Italia sono 1.597.034 e registrano un calo del 34,7% rispetto al 2000, ma contemporaneamente cresce la dimensione media aziendale arrivando a 7,9 ettari di SAU, Superficie Agricola Utilizzata, con un incremento del 46,1 per cento su un totale di 13,7 milioni di ettari, in calo del 2,9% rispetto all’anno 2000. Tra queste sono aumentate quelle con un’estensione superiore ai 30 ettari e cresce il numero di quelle biologiche: tra nuove imprese e conversioni sono oggi 45.167 e la loro localizzazione prevalente è, neanche a dirlo, in Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Piemonte e Toscana.
Mediamente la loro superficie è di 18 ettari, e coltivano prevalentemente cereali da granella, prati permanenti e pascoli oltre al prodotto prevalente nell’ambito delle coltivazioni certificate: la vite, con oltre 320 mila ettari, 56.042 dei quali localizzati in Veneto.
Oggi è normale parlare di aziende agricole bio e di prodotti a km zero, ma circa quaranta anni fa, quando i primi esperimenti cominciavano ad affacciarsi timidamente nel panorama nazionale, “quelli lì” erano i matti, i visionari, gli spostati quando non addirittura gli hippies, quei lazzaroni drogati che lasciavano banche, fabbriche e non di rado aziende di famiglia per imbarcarsi in questa avventura dai contorni oscuri e dagli esiti incerti.
Tra questi non sono mancati esponenti di grandi catene editoriali come i Crespi del Corriere della Sera o quelli dell’antica nobiltà fondiaria lombarda proprietaria dell’intera collina di Sant’Angelo Lodigiano, dove oggi si produce l’unico vino milanese e dove è stato realizzato uno dei meglio strutturati musei dell’agricoltura.KL Cesec CV 2014.03.10 Corbari 001Uno di questi matti si chiama Antonio Corbari. Nel 1976 molla la scuola professionale che dirige per collaborare con un amico contadino a Pessano con Bornago, nella Brianza milanese. Dopo un anno acquista un appezzamento a Cernusco sul Naviglio dove inizia a produrre ortaggi imprimendo poco dopo una svolta radicale alla propria attività dedicandosi completamente al biologico.
Si fa promotore del Biologico in Piazza e fa da incubatoio per l’attività di altri colleghi/concorrenti, sviluppando quella che diventa ben presto una vera e propria seconda attività: tenere corsi e seminari a tema aperti al pubblico ed agli operatori dalle provenienze più disparate, per esempio albanesi grazie al contatto con un missionario. Finché arriviamo alla nascita dei GAS, Gruppi di Acquisto Solidale. A chi si rivolgono i primi per avere consigli e prodotti? Ma ad Antonio Corbari, naturalmente. E infine arriva l’Istituto di entomologia della Facoltà di Agraria, che dopo una ricerca durata due anni sui terreni della sua azienda agricola scopre colonie di insetti che possono vivere solo in terre incontaminate. E oggi? E oggi provate, per esempio al sabato mattina, a fare la spesa alla Cascina Corbari, poco distante dalla Cascina Imperiale, quattrocentesco esempio di corte fortificata lombarda: mettetevi l’animo in pace, non sfuggirete alla coda. Ma è una coda piacevole, naturalmente rispettosa delle precedenze, dove c’è sempre qualcuno con cui scambiare opinioni, battute, racconti, consigli anche gastronomici: per esempio al riguardo del remulàss sula quale abbiamo scritto qualche tempo fa, una sorta di rapa che sembrava relegata al folclore di certe canzonacce milanesi e che invece qui, in stagione, è più che mai viva e pronta a finire in pentola!
Intendiamoci, l’estensione dei loro terreni non è quella delle piantagioni di Via col Vento e non potete pretendere che proprio tutto-tutto-tutto sia a km zero. Però è tutto bio, senza se e senza ma.
Sara Petrucci è una giovane agronoma entusiasta, con specializzazione in agricoltura biologica e multifunzionale che lavora da anni presso Corbari, ed è stata più  volte docente di corsi di orticoltura ed anche quest’anno, il 10, 12, 24 e 31 maggio terrà un Corso di Orticoltura Biologica Familiare: quattro lezioni che prevedono una parte teorica e prove pratiche in campo.KLK Cesec CV 2014.03.10 Corbari 004Il corso è rivolto a chiunque desideri apprendere conoscenze di base, eventualmente da approfondire, su come coltivare un orto per l’autoconsumo secondo metodi naturali e biologici. Questi i temi delle sessioni:

  • Sabato 10 maggio – Il terreno, le lavorazioni e la fertilità: l’importanza della sostanza organica e il compost con la prova pratica dell’allestimento di un un cumulo di compostaggio.
  • Sabato 17 maggio – Progettare l’orto biologico, rotazioni e consociazioni: le diverse famiglie botaniche a cui appartengono gli ortaggi coltivati, con prova pratica di lavorazione del terreno e formazione di aiuole.
  • Sabato 24 maggio – Caratteristiche fisiologiche e tecniche colturali: i principali ortaggi coltivati, lattughe, pomodori, zucchine, fagioli, con prova pratica di traianti e semine nelle aiuole formate durante la lezione precedente.
  • Sabato 31 maggio – La difesa ecologica da malattie, parassiti ed erbe infestanti: sostanzialmente la prova pratica della preparazione di un macerato e un giro di riconoscimento di flora spontanea commestibile.

Chi volesse aderire all’iniziativa partecipando al corso può farlo scrivendo all’indirizzo info@corbaribio.it o telefonando al numero impresso sul volantino.

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