Borghi abbandonati: time expired, non ci sono più scuse.

Il caso più eclatante è costituito da Civita di Bagnoregio, in provincia di Viterbo, il borgo eretto sulla precaria altura situata su una platea tufacea nel quale vivono dodici abitanti che, a quanto risulta, sta crollando perché i banchi argillosi che la sorreggono sono soggetti a continua erosione.Old town of BagnoregioIl compendio dei borghi abbandonati ecochic comprende i soliti Fabbrica di Careggine, Craco, Bussana Vecchia, per citarne solo alcuni altrimenti non la finiamo più.
Ma, nel novero degli oltre ottomila censiti da un serio e attendibile lavoro del Censis, ve ne sono altri sicuramente meno celebrati ma non meno affascinanti, a partire da Galeria, nell’Agro Romano e, vagando di bosco in bosco e di sentiero in sentiero, lungo l’Appennino Piacentino e quello Parmense, in Valtellina piuttosto che nella valle del Sile o in Umbria.
Tenendo conto del fatto che i Comuni italiani sono 8.045, più o meno quante sono le Stazioni dei Carabinieri, è come se ogni comune avesse un borgo abbandonato che attende di essere riportato a nuova vita.
Il Medioevo prossimo venturo (ne ho scritto l’ultima volta il 20 marzo 2015: Medioevo prossimo venturo? È già arrivato, leggibile qui) del quale da anni vagheggio, o pavento secondo quelli che mi danno della Cassandra, è indiscutibilmente non più prossimo ma già fra noi: lo dimostra una nuova schiatta di camminanti (ne ho scritto il 13 maggio 2015: Montagna: giovani imprenditori, attenti ai nuovi camminanti! leggibile qui) prevalentemente transfughi dai centri sociali urbani che, appropriatisi di ruderi boschivi, ne hanno fatto la loro residenza e girano per le campagne raccogliendo ciò che trovano per garantirsi un minimo di sopravvivenza. Certo, i tiggì non ne parlano, non fa incazzare, non suscita odio e quindi non fa notizia.
Per quanto mi riguaeda, e per quanto quelli dei centri sociali mi stiano cordialmente sulle palle, devo convenire che costoro sono i nuovi tutori, guardiani, sorveglianti del territorio. Non fosse altro che per il fatto che, se la croda sta per crollare sulle loro nuove case, mettono in atto le necessarie misure per non essere sepolti, loro, i loro bambini e i loro animali più o meno domestici.
Certo, se vi dovessero invitare a cena potete fare a meno di indossare la dinner jacket ma, sinceramente, chissenefrega.CC 2016.04.13 Abbandonati 002Dunque, per farla corta la situazione è questa: abbiamo borghi abbandonati che attendono solo qualcuno che li riporti a nuova vita, in linea di massima non occorre acquistarli ma solo okkuparli per occuparsene.
Non ci sono solo case, ma anche terreni che possono essere ripristinati: la cura del bosco, la coltivazione, l’allevamento.
Una volta occupato il fondo, a condizione che sia realmente abbandonato e non reclamato da nessuno, costituito un comitato (è sufficiente attestarlo, almeno inizialmente non occorre nemmeno andare da un notaio) e notificata la propria presenza in comune con un programma di attività, sviluppo eccetera eccetera, è anche possibile che – trasformato il comitato in associazione senza fine di lucro – si possa chiedere qualche sovvenzione: per la ristrutturazione, per l’impianto di energie rinnovabili, per la tutela di specie vegetali o animali a rischio di scomparsa.
E intanto si inizia a lavorare, si mandano i bambini all’asilo o alla scuola del paese, ci si inserisce nella comunità. Addirittura si può diventare un punto di riferimento.
Insomma, ci si dà da fare. È forse per questa ragione che, dagli incessanti blablabla, dai vorrei, non vorrei, ma se vuoi, dai mi piacerebbe tanto, quando si fanno proposte concrete che presuppongono il rimboccarsi le maniche nessuno le accoglie?

Alberto C. Steiner