Se impiegherete dieci minuti a leggere queste righe sappiate che, nel frattempo, dal territorio del nostro Paese saranno scomparsi 4.800 m2 di boschi, prati, campi, aree verdi, terreno fertile. Sostituiti dal cemento. Per sempre.
Purtroppo è così: consumiamo 8 m2/s, otto metri quadrati di suolo al secondo. Qualcuno sta fortunatamente dimostrando che è possibile invertire la rotta tutelando quel che resta del paesaggio, e non mancano casi virtuosi di piani regolatori a crescita zero. Come sempre più spesso sta accadendo costituiscono la somma di tante piccole realtà locali, dimostrando quanto sia molto più efficace la democrazia partecipata locale rispetto a quella delegata nazionale o sovranazionale. Non casualmente infatti noi siamo strenui sostenitori della creazione di piccole comunità locali, il più possibile autosufficenti sotto i profili energetico ed alimentare. Anche per contrastare i nefasti effetti di quel Medioevo Prossimo Venturo che ci sta aspettando al varco.
In questa località, già appartenente al distretto ceramico che fa capo a Sassuolo, oltre a non consumare più il suolo grazie all’emanazione di appositi provvedimenti legislativi, è disponibile uno strumento per fornire ai cittadini energia pulita a costo zero: il bosco che scalda le case.
Gran parte di questi terreni sono oggi di proprietà comunale. Suddivisi in lotti e gestiti da un Regolamento che prevede un oculato sfruttamento di ciò che è considerato risorsa preziosa, sono assegnati alle circa 400 famiglie residenti affinché si riforniscano di legna da ardere per esclusivo uso familiare.
Il sistema dei lotti permette alla comunità di utilizzare le risorse autoctone come fonte di energia alternativa agli idrocarburi, consentendo altresì controllo, mantenimento e manutenzione del patrimonio boschivo locale. e tutela in termini di rischio idrogeologico
ACS