Vallesanta, un Ecovillaggio nella Foresta Casentinese

Vallesanta è una località nella Foresta Casentinese, frazione di Corezzo, borgo situato a 760 metri  di altitudine nel cuore dell’Appennino Tosco-Romagnolo e tappa obbligata sulla strada che collega i principali luoghi di culto della zona: il Monastero di Camaldoli ed il Santuario della Verna, dai quali dista circa 15 chilometri. Durante i mesi invernali il paese conta soltanto poche decine di abitanti, ma in estate si risveglia arrivando ad ospitarne centinaia.

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Come molte numerose località di montagna, anche Corezzo ha subito un progressivo spopolamento a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso, in ragione dei mutamenti sociali dovuti al passaggio dalla civiltà agro-pastorale a quella industriale del dopoguerra. Numerosi sono infatti nella zona i terreni agricoli abbandonati.

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La Vallesanta ha conseguentemente subito un indebolimento del tessuto sociale per le stesse ragioni che abbiamo descritto nell’articolo Cohousing montano e salvaguardia del territorio pubblicato in questo Blog il 15 giugno scorso: e quindi scuole e negozi serrati, nessun servizio e, per inevitabile conseguenza, il disgregarsi della comunità locale superstite.

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Ma alcune persone sensibili alla natura ed alla storia del territorio, dapprima per aggregazione spontanea e successivamente dandosi una denominazione, uno statuto, un regolamento  ed un progetto hanno pensato a come fare per riportare nuovi abitanti in questa zona montana, creando stimoli ed opportunità concrete per famiglie e singoli motivati a stabilirvisi, portando nuova linfa e nuove prospettive per un futuro vivo e vivibile nella Vallesanta, per non correre il rischio di creare un museo all’aperto o un borgo della ruralità intellettuale da salotto, per intenderci quella che noi chiamiamo macrovegetoveganbiobau che no ha mai vissuto la fatica del lavoro contadino e crede che le vacche si mungano da sole.

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Appurata l’esistenza di un crescente interesse da parte di molte persone ecologicamente e socialmente motivate a tornare a vivere in zone ormai abbandonate e selvagge, con l’intento e la capacità di recuperare un territorio proprio perché ha conservato quel valore ambientale e paesaggistico che sancisce un’elevata qualità del vivere, si sono dati da fare. E qui, giusto per non dilungarci, preferiamo ricorrere ad un’ulteriore autocitazione: Perché vivere in un ecovillaggio, articolo pubblicato in questo Blog il 17 giugno scorso.
Soldi, come sempre, pochi. Ma la Regione Toscana, attraverso il Decreto 51/2004 che prevede misure straordinarie, urgenti e sperimentali per la progettazione e attuazione di interventi regionali pilota nel campo della bioarchitettura e bioedilizia, concorre per una disponibilità complessiva di 13 milioni di Euro alla realizzazione di interventi riferiti ad organismi abitativi con caratteristiche di sostenibilità ambientale e che favoriscano le relazioni umane e sociali. La norma risale a nove anni fa, ma si sa che le regioni Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Toscana sono state pioniere sotto il profilo legislativo, copiate da Lombardia, Umbria, Liguria e persino Trentino Alto Adige. Infatti la disposizione legislativa prevede persino l’autocostruzione.

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Alta qualità del vivere, si diceva. E politica del fare, del rimboccarsi le maniche. Di case abbandonate nei boschi non ne mancano e allora si progetta un futuro sostenibile , fatto anche per famiglie con bambini.
Il progetto del Villaggio Ecologico in Vallesanta cerca quindi di realizzare un’offerta accessibile e attraente per chi è intenzionato a stabilirvisi, creandosi un’abitazione sana ed economica e occupazioni compatibili legate al territorio.
Non vuole inoltre essere un’entità isolata, ma intende collaborare con persone, associazioni, enti e istituzioni a livello locale, nazionale e internazionale. A livello locale esistono già da diversi anni collaborazioni con l’Amministrazione Comunale di Chiusi della Verna, con le Pro-Loco della zona, con l’Ecomuseo del Casentino e con associazioni presenti sul territorio, nell’intento di creare sinergie utili a sostenere la qualità del vivere in una zona marginalizzata. Particolarmente intenso è il legame con la piccola scuola di Corezzo, grazie alla quale negli anni diverse famiglie hanno deciso di insediarsi nella zona, e con la quale sono state realizzate varie iniziative di carattere culturale e ambientale. Inoltre l’arrivo recente di alcune famiglie richiamate dal progetto dell’ecovillaggio ha permesso di allontanare la minaccia di chiusura della scuola.
Il progetto è sin dall’inizio animato dall’intento di realizzare abitazioni a minimo impatto ambientale, utilizzando materiali locali, naturali, biodegradabili – legno, paglia, terra, lana – e per quanto possibile di recupero, per ottenere case veramente ecologiche e che rispondano a criteri di alta efficienza energetica, obiettivo decisamente  difficile e costoso da ottenere nelle vecchie case in pietra.
Le abitazioni saranno inoltre armoniosamente inserite nel paesaggio, quasi a confondersi in esso, ma al tempo stesso raggruppate intorno a spazi comuni, con lo scopo di creare una nuova tipologia di insediamento che risponda a una nuova filosofia abitativa frutto di un approccio dei nostri tempi che tenga in considerazione l’ambiente, la socialità, la condivisone e lo scambio con il territorio, anche attraverso l’autocostruzione, obiettivo da realizzare nei termini più ampi possibili nel rispetto delle vigenti leggi in materia.
La vicinanza all’abitato di Corezzo è chiaramente considerata un atout per consentire l’integrazione con la comunità locale preesistente e per la fruizione di servizi come scuola, negozi, mezzi pubblici, ambulatorio medico.

I futuri cohousers immaginano, come noi abbiamo fatto da tempo, che hic et nunc siamo in un momento topico, perché viviamo contemporaneamente il fallimento della modernità e quello della civiltà contadina. E da questo doppio fallimento può uscire l’idea per un nuovo Umanesimo delle Montagne.

La partenza dei lavori è prossima, il Comitato per la realizzazione del villaggio cerca nuovi aderenti rendendo noto che ogni nucleo familiare che intendesse aderire al percorso può risultare assegnatario di un contributo fino a 35.000 euro, finalizzato all’autocostruzione partecipata della propria abitazione.
Il progetto prevede la realizzazione di 14 unità abitative autonome, 8 delle quali da terminare entro giugno 2016, provviste di sala polivalente, officina/falegnameria, lavatoio, orti comuni, frutteto. E’ naturalmente prevista la gestione condivisa e responsabile dell’acqua e delle fonti energetiche: lago e fitodepurazione.
Al fine di evitare sgradevoli sorprese il Comitato rende noto che aderire al progetto significa prendere parte ad un percorso di costruzione di fiducia reciproca. Per tale ragione l’adesione è subordinata ad un periodo di conoscenza ed all’accettazione degli attuali aderenti. Per consentire la partecipazione al Bando tutti gli aderenti versano inoltre una quota paritaria nelle intenzioni non superiore a 15.000 Euro per nucleo famigliare, una parte investiti come partecipazione alla Cooperativa ed il rimanente per la realizzazione delle case, anche attraverso lo svolgimento di attività lavorative comuni.

Per chi desidera informazioni l’indirizzo di questa Comunità è:

Comitato per un villaggio ecologico in Vallesanta
Località Biforco, 2 – 52010 Chiusi della Verna (AR)
 www.ecovillaggiovallesanta.org

Vallesanta, un Ecovillaggio nella Foresta Casentineseultima modifica: 2013-11-03T10:46:11+01:00da cesec
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